Un caffè con Alda Merini, chi era la donna e la poetessa
Il nome dell’autrice ricorre spesso in un sillogismo improprio che fa coincidere poesia con follia. Ben venga perciò la bella pièce di Margherita Caravello.
Un caffè con Alda Merini di e con Margherita Caravello è uno spettacolo che restituisce il volto autentico della grande autrice milanese.
Alla base della rappresentazione c’è una ricerca documentata su ciò che ha vissuto la protagonista nell’arco della sua esistenza.
Il tour si sposta da nord a sud, passando per il centro dell’Italia. Maggiori informazioni sul sito dell’Associazione Anna Magnani.
Un caffè con Alda Merini: l’inizio della storia di e con Margherita Caravello è uno spettacolo che restituisce – finalmente – il volto autentico della poetessa. Purtroppo, nonostante la sua statura letteraria, la banalizzazione del mainstream continua a proporci una versione a misura di social. Un po’ come avviene con le citazioni di Oscar Wilde nei Baci Perugina. Fino a una volgarizzazione sintetizzabile nella rima poesia/follia che vanifica i tentativi sacrosanti di celebrarne la memoria. Margherita Caravello, insieme a Emanuela Caruso nel ruolo della Merini e a Enrico Maria Muratore (entrambi nella foto di apertura) in tutti quelli maschili, dà vita invece a una pièce che rifugge dagli stereotipi.
Alla base c’è una ricerca documentata, e a tratti rigorosa, di ciò che ha vissuto la protagonista nell’arco della sua esistenza, di quali sono stati i suoi rapporti con i familiari e con gli uomini che ha amato (e dai quali è stata forse amata). Ciò che emerge è un desiderio inarrestabile di scrivere, di consegnare alla poesia tutta sé stessa, sacrificando ogni cosa al proprio daimon vorace.
«Alda Merini aveva un rapporto speciale con il caffè: ne beveva tanti, se li faceva portare dagli amici oppure scendeva in strada e se ne andava a piedi lungo il suo Naviglio verso il bar Charlie, o il bar libreria Chimera, o il Gran Café “La Madunina” dove tutti la conoscevano e la chiamavano per nome: chi le offriva una sigaretta , chi una fetta di torta, tutti si fermavano volentieri a parlare con lei, e a prender nota di qualche verso che le sorgeva spontaneo sulla scia dei discorsi degli altri».
Una normalità resa speciale da lei
Basta questo a farci comprendere la paradossale “normalità” di una delle voci liriche più grandi del Novecento. Tanto da poter affermare che la patologia psichica di cui soffriva non è molto diversa da quella che offusca le nostre giornate. Il suo dolore è anche il nostro. Con la differenza che lei ha dovuto fare i conti con un contesto sanitario che, di lì a poco, avrebbe recepito in Italia la rivoluzione dei manicomi inaugurata da Franco Basaglia. Semmai, la vera differenza tra noi e lei è la sua irriducibile volontà di mettere in versi qualunque cosa le sia toccato in sorte: malattia, relazioni, momenti quotidiani. E questo con una generosità e un coraggio che ancora oggi stupiscono chi si accosta ad esempio a una raccolta come La vita facile. Un ossimoro, a ben vedere, per chiunque. Ma soprattutto per lei.
Informazioni su Un caffè con Alda Merini
Il tour di Un caffè con Alda Merini si sposta da nord a sud, passando per il centro dell’Italia. Per essere aggiornati sulle varie tappe dello spettacolo, si consiglia di fare riferimento al sito dell’Associazione Anna Magnani che organizza la messa in scena. La prossima data è il 26 aprile 2025 al teatro Sant’Anna di Torino.
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