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- Il film Fuori, diretto da Mario Martone, è ispirato ai romanzi L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio di Goliarda Sapienza.
- Valeria Golino, già regista della miniserie L’arte della gioia, veste i panni della scrittrice catanese.
- Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2025, Fuori concorre per la Palma d’Oro.
Il 20 maggio 2025 al Festival di Cannes è andato in scena Fuori, l’unico film italiano in concorso. La pellicola, diretta da Mario Martone, la cui uscita nelle sale italiane è prevista per il 22 maggio 2025, vede come protagonista Valeria Golino, nelle vesti di Goliarda Sapienza. La stessa Golino ha curato nel 2024 la regia della miniserie prodotta da Sky L’arte della gioia, titolo identico a quello del romanzo più importante della scrittrice catanese. Strano destino, quello di Goliarda Sapienza, poco considerata in vita e quasi dimenticata nei decenni successivi alla morte (avvenuta nel 1996), che oggi è diventata una figura di culto.
Fuori, un omaggio a Goliarda Sapienza
Fuori trae ispirazione da L’università di Rebibbia, opera autobiografica di Goliarda Sapienza pubblicata nel 1983 da Rizzoli e recentemente da Einaudi. Il film si immerge nell’esperienza carceraria vissuta dalla scrittrice nel 1980, quando fu detenuta nel carcere femminile di Roma con l’accusa di furto. Lungi dall’essere una semplice cronaca della detenzione, il film si propone di toccare i temi della libertà interiore, della solidarietà femminile e della dignità umana, attraverso lo sguardo penetrante e appassionato di Sapienza.
Martone, insieme alla sceneggiatrice Ippolita di Majo, ha adattato per il grande schermo non solo L’università di Rebibbia, ma anche Le certezze del dubbio, creando un intreccio narrativo che alterna il dentro e il fuori del carcere, il reale e il visionario. Il regista stesso ha avuto modo di sottolineare la componente visionaria della scrittura di Sapienza, capace di mescolare realismo e improvvisi scarti temporali.
Il cast e la produzione di Fuori
Valeria Golino veste i panni della scrittrice con magnetismo e profondità. Al suo fianco, Matilda De Angelis ed Elodie danno vita a due figure di giovani detenute con cui Sapienza stringe legami significativi. De Angelis interpreta una militante politica con problemi di dipendenza, mentre Elodie incarna una ragazza di borgata con aspirazioni imprenditoriali. A rendere ancora più vivido e coinvolgente il quadro d’insieme contribuiscono le interpretazioni di Corrado Fortuna, Antonio Gerardi e Francesco Gheghi.
La colonna sonora originale di Valerio Vigliar arricchiscono la narrazione di un’ulteriore carica emotiva. Il lavoro di montaggio è stato svolto da Jacopo Quadri, mentre la cura del suono in presa diretta è opera di Maricetta Lombardo. La fotografia di Paolo Carnera cattura l’atmosfera cupa e vibrante del carcere, mentre le scenografie di Carmine Guarino e i costumi di Loredana Buscemi contribuiscono a ricreare l’ambiente degli anni Ottanta.
Un’opera corale al femminile
Fuori vuole essere un’opera corale al femminile, che affronta le dinamiche di solidarietà e amicizia che si possono creare all’interno di un carcere. Il film non si limita a raccontare la storia di Goliarda Sapienza, ma offre uno spaccato di vita di donne marginalizzate, che trovano nella condivisione e nel sostegno reciproco la forza per andare avanti.
I curatori del volume dedicato al film, Paolo Mereghetti e Alberto Libera, pubblicato dalla Cineteca di Bologna, sottolineano come Fuori sia più un ritratto che una storia. Ritratto di una donna e delle sue amicizie, dove la figura centrale di Goliarda Sapienza acquista forza e significato grazie alle relazioni che instaura con le altre detenute. Il film, a detta di Mereghetti e Libera, sceglie di essere fantasmatico piuttosto che fattuale, in linea con l’inafferrabilità di Gliarda Sapienza che rende difficoltoso il tentativo di delinearne i contorni.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il film Fuori, ispirato alla vita di Goliarda Sapienza, si inserisce in un contesto culturale e cinematografico particolarmente attento alle figure femminili e alle loro storie. L’opera della scrittrice, in particolare L’arte della gioia, riscoperta e valorizzata negli ultimi anni, rappresenta un punto di riferimento per la letteratura italiana del Novecento, grazie alla sua capacità di affrontare temi complessi con uno sguardo lucido e anticonformista.
Mario Martone, con la sua regia sensibile e attenta ai dettagli, ha saputo trasporre sullo schermo l’intensità e la profondità dell’opera di Sapienza, creando un film che promette di essere un’esperienza cinematografica di rilievo. Le sue precedenti pellicole, Qui rido io (2021) e Nostalgia (2022), si collocano in questo medesimo solco, poiché cercano di portare al cinema nel primo caso la tradizione teatrale di Eduardo Scarpetta, nel secondo lo sguardo narrativo di Ermanno Rea.