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La top ten dei libri (con una nota polemica del Salone di Torino)

Dalla Buchmesse arrivano i dati sul nostro mercato editoriale. Con essi, le polemiche da parte di chi gestisce la più importante manifestazione del libro in Italia.
  • Alla Fiera del Libro di Francoforte 2025 l’Italia è stata presente con 138 espositori italiani.
  • L’AIE ha rilasciato un rapporto che fotografa lo stato dell’editoria in Italia.
  • Il rapporto fa emergere un calo delle vendite di libri nel 2024, che è proseguito anche nei primi 9 mesi del 2025.
  • In occasione della sua pubblicazione, giunge anche una nota polemica dall’Associazione Città del Libro, che gestisce il Salone del Libro di Torino.

Alla 77ma edizione della Fiera del Libro (Buchmesse) di Francoforte, che ha inaugurato i suoi spazi il 15 ottobre 2025, l’Italia è stata presente con 138 espositori. È da lì che arriva il rapporto presentato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) sullo stato dell’editoria in Italia, che evidenzia un calo nei primi nove mesi del 2025 del mercato trade (librerie di catena e store online, librerie indipendenti, grande distribuzione).

Il mercato editoriale in Italia nel 2024

«Il 2024 è stato un anno di flessione, con un valore del mercato che si attesta a 3,234 miliardi di euro, -1,4% rispetto al 2023. Sono compresi in questi numeri il mercato trade, la scolastica, l’editoria professionale e universitaria, l’export, le vendite alle biblioteche». È quanto si legge nel rapporto AIE, che aggiunge: «La flessione si è accentuata nei primi nove mesi del 2025: da gennaio a settembre il solo mercato trade (saggistica e narrativa a stampa venduta nelle librerie, online e nella grande distribuzione) è calato del 2% a valore (995,3 milioni di euro) e del 2,7% a copie (68 milioni di copie), a causa del minore impatto delle misure di sostegno alla domanda. Al netto degli acquisti con le carte per i neodiciottenni, il mercato trade sarebbe in crescita rispetto al 2024».

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I primi nove mesi del mercato 2025

Secondo le rilevazioni di NielsenIQ BookData Panel Market Libri Italia, nei primi nove mesi dell’anno, ci sono state 1,9 milioni di copie in meno vendute su 68 milioni complessive (-2,7%), pari a una minore spesa di 20,7 milioni di euro su complessivi 995,3 milioni di euro di vendite (-2%). Dipenderebbe dal venire meno delle carte per i neo-diciottenni: «Gli acquisti con le carte per i neo-diciottenni – si legge ancora nel rapporto AIE – sono calati dai 97,5 milioni di euro del 2023 ai 66,6 milioni di euro del 2024 e ai 39,5 milioni del 2025, con una perdita di 58 milioni in due anni: al netto di tali acquisti, la dinamica di mercato tra il 2023 e il 2024 e tra il 2024 e il 2025 sarebbe positiva. A partire da luglio, inoltre, l’andamento mensile è tornato in terreno positivo, pur non avendo recuperato la flessione accumulata nei primi sei mesi».

I titoli più venduti nei primi 9 mesi del 2025

Quali sono stati, tra gennaio e settembre 2025, i titoli più venduti in Italia? Ecco la classifica.

1. La catastrofica visita allo zoo, J. Dicker, La nave di Teseo (Marzo 2025)
2. Spera. L’autobiografia, Francesco (Jorge Maria Bergoglio), Mondadori (Gennaio 2025)
3. Verrà l’alba, starai bene, G. Gotto, Mondadori (Giugno 2025)
4. L’anniversario, A. Bajani, Feltrinelli (Gennaio 2025)
5. Tatà, V. Perrin, E/O (Novembre 2024)
6. L’ultimo segreto, D. Brown, Rizzoli (Settembre 2025)
7. Il Dio dei nostri padri, A. Cazzullo, Harper Collins (Settembre 2024)
8. Prova a non ridere, Pera Toons, Tunué (Marzo 2025)
9. La felicità nei giorni di pioggia, I. Clark, Libreria Pienogiorno (Marzo 2025)
10. L’amore mio non muore, R. Saviano, Einaudi (Maggio 2025)

Un catalogo di 1,5 milioni di titoli

Dal rapporto AIE si legge ancora che «nel 2024 sono stati pubblicati in Italia 85.872 titoli a stampa, di cui 69.168 titoli per il mercato trade (80%). I titoli self-published sono il 16%, i libri scolastici il 4%. Per la prima volta, il catalogo da cui gli italiani possono scegliere quali libri leggere ha superato il tetto di 1,5 milioni di titoli. Ai numeri della produzione di libri a stampa pubblicati nel 2024 vanno aggiunti 37.659 e-book pubblicati nel corso dell’anno».

In merito alle abitudini dei lettori, il 73% degli italiani tra i 15 e i 74 anni dichiara di aver letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi, anche solo in parte. In termini assoluti, si tratta di 32,4 milioni di italiani, in calo rispetto ai 32,8 milioni dell’anno precedente. L’Osservatorio AIE, che monitora questi dati, evidenzia anche che il 38% degli italiani tra i 15 e i 74 anni non ha comprato nessun libro negli ultimi dodici mesi, il 30% da 1 a 3, l’11% da 4 a 6, il 12% da 7 a 11, il 9% più di 12. Questi ultimi, però, acquistano il 47% di tutti i libri a stampa venduti in Italia in un anno.

Nota polemica del Salone del Libro di Torino

Silvio Viale, presidente dell’Associazione Città del Libro, che gestisce il Salone del Libro di Torino, a valle della presentazione del “Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia”, curato dal Centro Studi dell’AIE in occasione della Buchmesse di Francoforte, ha affermato: «Condivido con il Presidente del Circolo dei Lettori, Giulio Biino, la necessità di costruire un grande progetto per la promozione del libro e della lettura.
Incontrerò il notaio appena possibile e capirò quali sono le intenzioni ed eventualmente le riporterò ai miei azionisti, come è giusto che sia». Il riferimento è alle polemiche nate in occasione dell’ultima edizione del Salone del Libro di Torino, quando il ministro Alessandro Giuli ipotizzò un maggiore impegno (leggi: ingerenza) da parte del suo dicastero nell’organizzazione della kermesse torinese.

«Credo che il Salone Internazionale del Libro – ha continuato il presidente Viale – abbia oggi il dovere di confrontarsi con le istituzioni, con gli editori, le librerie, i festival letterari, le biblioteche e con tutti gli operatori del settore, per invertire la rotta e candidarsi a costruire un grande progetto di rilancio. Relativamente alle cosiddette questioni di governance, come ho già avuto modo di dichiarare durante i giorni del Salone del Libro 2025, credo che se ne parli in modo improprio. Comprendo i meccanismi della comunicazione politico-istituzionale e anche la naturale “voglia” di discutere di possibili ingerenze o contrapposizioni, ma non è questo il caso».

Dichiarazioni seguite dalla stoccata finale: «Il Salone del Libro, pur rappresentando un’evidente missione pubblica, è al momento di proprietà privata. Io sono al mio posto, l’amministratore delegato Piero Crocenzi è al suo posto, così come la direttrice Annalena Benini, che ha un contratto 3+3 con l’Associazione che rappresento. Questo contratto si rinnoverà automaticamente al termine di questa edizione e ne siamo molto felici (…) Se si desidera modificare la logica di governance del Salone, lo si può fare solo a partire dalla manifestazione di una eventuale volontà di riacquisto, che rappresenterebbe innanzitutto un importante riconoscimento del lavoro che abbiamo svolto. Ma non ci risulta che questo scenario sia all’ordine del giorno. E, nel caso, qualunque proposta sarebbe opportunamente sottoposta alle valutazioni dei nostri azionisti».


Articolo scritto interamente da un essere umano “a mano”, cioè senza l’uso di AI.(scopri di più)
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