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- Terrestre di Cristina Rivera Garza è una collezione di racconti-saggio che trae ispirazione dai contes philosophiques illuministici.
- Il libro utilizza una narrazione in prima persona plurale, un “noi” che rappresenta un intreccio di voci condivise.
- L’opera è la prosecuzione naturale de L’invincibile estate di Liliana, con cui la scrittrice ha vinto il Premio Pulitzer 2024.
La scrittrice messicana Cristina Rivera Garza torna a mettere in discussione i limiti tra realtà e immaginazione con la sua ultima creazione, Terrestre (Sur, 2025). Tradotta in Italia da Giulia Zavagna, è una collezione di racconti-saggio, un genere composito che trae ispirazione dai contes philosophiques illuministici e dai “saggi narrativi” di Borges, ma che Rivera Garza reinterpreta con una sensibilità profondamente attuale.
La singolarità di Terrestre risiede nell’uso coraggioso di una narrazione in prima persona plurale, un soggetto collettivo che si fa interprete di esperienze condivise e individuali. Il “noi” non è un’entità omogenea, ma un intreccio di voci che dialogano, si connettono e si evolvono, spronando il lettore a una partecipazione attiva nella creazione del significato. Rivera Garza evita i rischi della retorica e dell’enfasi eccessiva grazie alla tangibilità corporea di questo soggetto plurale, che vive, sente e si sposta in contesti reali e simbolici.
La struttura di Terrestre di Rivera Garza
Nei racconti di Terrestre si intrecciano in una struttura complessa diverse tematiche e personaggi: l’esplorazione, intesa sia come movimento fisico sia come ricerca interiore; il corpo, visto come baluardo di opposizione; l’alleanza di giovani donne che, in un’epoca piena di aspirazioni, affrontano con un idealismo quasi utopistico la violenza diffusa. La memoria riporta alla luce frammenti di storie la cui veridicità non è assoluta, poiché non derivano da un archivio ordinato, ma sono state modellate nel tempo, anche grazie all’oblio.
Un esempio è il racconto iniziale, Il significato della pioggia, che nasce dalla confessione dell’autrice di aver dimenticato completamente Julia O’Bradeigh, un personaggio ripreso dal suo primo libro. Attorno a questa amnesia si sviluppa una narrazione segnata da una pioggia ininterrotta, che congiunge Città del Messico a Belfast, il passato al presente.
- Un libro che celebra la resilienza e la speranza... 🌟...
- Non mi ha convinto l'uso eccessivo del 'noi' narrante... 🤔...
- Un'analisi acuta del capitalismo dell'odio attraverso la lente... 💔...
Terrestre e le coordinate di un’utopia attiva
Il viaggio, tema portante dell’opera, non si limita allo spostamento geografico, ma diviene un motore per analisi più intime. Ogni movimento, ogni passo, ogni percorso in autobus o in treno lascia una scia tangibile sul mondo, trasformando il corpo in un territorio di opposizione. In Sole di un altro pianeta e Uccellacce, due coppie di giovani donne intraprendono sentieri di fuga e riscatto da una latente minaccia di violenza di genere, scoprendo spazi dove poter vivere opportunità altrimenti irraggiungibili o perdute.
Soprattutto in Uccellacce, Rivera Garza mette in scena una sorprendente metamorfosi, tramutando le protagoniste in aironi dalle ali estese, simbolo di un nuovo modo di percepire la fragilità, tramutata in espressione di libertà e leggerezza. Questo racconto si pone in dialogo aperto con L’invincibile estate di Liliana (Sur, 2023), opera in cui l’autrice affronta il femminicidio della sorella, avvenuto il 16 luglio 1990, grazie alla quale l’autrice ha vinto il Premio Pulitzer 2024 per la categoria autobiografia.
La dimensione politica di Terrestre
La carica politica della prosa di Rivera Garza emerge chiaramente in Lavoro sul campo, una storia in cui il “noi” narrante incarna un gruppo di studenti che, attivi nelle zone marginali urbane, condivide un progetto di supporto con gli abitanti di una favela. Con il ritmo ripetitivo del “noi”, simile a un’invocazione sciamanica, i protagonisti intercettano flebili bagliori di speranza dalla cupezza della metropoli.
Il linguaggio, in Terrestre, si materializza, diviene azione, atto di ribellione. Rivera Garza modella la lingua per farla diventare uno spazio vivo, non solo descrittivo, sfidando le regole grammaticali e creando un idioma articolato e cadenzato. In I leoni non sono qui, l’uso della negazione permea ogni azione della coppia protagonista, quasi che quel “non” ambisca a rovesciare il tempo per evitare la violenza della separazione e aprire nuove possibilità.
Per orientarsi fra testo e contesto
In Terrestre Cristina Rivera Garza prosegue il suo percorso incentrato sulla violenza di genere. Non a caso il libro è stato definito come il “lato B” de L’invincibile estate di Liliana. In un’epoca definita dal “capitalismo dell’odio”, Terrestre vuole essere una risposta letteraria, etica e politica, una chiara dimostrazione che l’immaginazione può essere un potente strumento per la guarigione e per la costruzione di un avvenire possibile.
Opera complessa e stratificata, Terrestre richiede una lettura attenta e partecipativa. Un’ulteriore occasione per immergersi nel mondo di Cristina Rivera Garza, un mondo in cui la scrittura diventa uno modo per interrogare la realtà, per dare voce ai silenzi e per immaginare un futuro più giusto e umano.







