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- Il nuovo romanzo di Ocean Vuong, L’imperatore della gioia, si discosta dall’autobiografismo del precedente a beneficio di una narrazione più corale.
- Il libro affronta temi universali come l’immigrazione e il lavoro precario attraverso l’incontro tra il giovane Hai e l’anziana Grazina.
- The Guardian ha scritto: «Un romanzo che spezza il cuore senza mai cedere al sentimentalismo, e al tempo stesso riesce a essere selvaggiamente ironico».
Ocean Vuong ha vissuto sulla sua pelle l’immigrazione. Nato a Ho Chi Minh, in Vietnam, nel 1988, a soli 18 mesi è arrivato con la sua famiglia negli Stati Uniti. Dopo il successo planetario del suo romanzo d’esordio, Brevemente risplendiamo sulla terra, pubblicato in Italia da La Nave di Teseo nel 2020, torna in libreria con L’imperatore della gioia, per la traduzione di Norman Gobetti. Edito nel nostro paese da Guanda, il nuovo romanzo si discosta dall’impostazione autobiografica e lirica del precedente, optando per una narrazione più corale e meno intima.
La storia si apre a East Gladness, una città immaginaria del Connecticut segnata dalla crisi post-industriale. Qui, il giovane Hai, figlio di immigrati, si prepara a compiere un gesto estremo: gettarsi da un ponte. Tuttavia, la sua intenzione viene sconvolta dall’incontro con Grazina, un’anziana vedova tedesca che porta su di sé i segni della Seconda Guerra Mondiale e convive con la demenza. Questo incontro fortuito segna l’inizio di un legame inaspettato, che salverà la vita di Hai e trasformerà profondamente entrambi. Hai diventa il custode di Grazina, e dal loro rapporto nasce un legame di sopravvivenza fatto di affetto, solidarietà, spiritualità e cura. Gesti semplici, ma potenti, che cambiano la vita del ragazzo, il suo rapporto con la famiglia e con la comunità in cui vive.
L’immigrazione vista da Ocean Vuong
L’imperatore della gioia affronta temi cruciali del nostro tempo: il lavoro precario e alienante, la memoria storica e il trauma della guerra, la ricerca di identità e l’accettazione di sé. Vuong tocca la condizione degli immigrati e dei giovani di provincia, costretti a confrontarsi con un sogno americano che spesso si rivela irraggiungibile. Attraverso la figura di Grazina, il romanzo indaga sul peso della memoria e della fragilità del presente, mentre la ricerca di radici e l’accettazione della propria identità diventano il fulcro del percorso di Hai.
Nonostante la serietà dei temi trattati, il romanzo non rinuncia a momenti di humour e leggerezza. Vuong dimostra che la sopravvivenza passa anche attraverso la capacità di sorridere nel buio, di trovare la gioia anche nelle situazioni più difficili. In questo senso, L’imperatore della gioia si configura come un atto politico e poetico, un invito a riscoprire la bellezza e la fragilità della vita. Lo stile di Vuong, pur evolvendosi rispetto al suo romanzo d’esordio, rimane inconfondibile. La sua prosa poetica si fonde con una struttura narrativa più classica, in un equilibrio tra realismo e lirismo, ferocia e sentimento, dolore e comicità.
- Un romanzo toccante e pieno di speranza... ❤️...
- Non mi ha convinto del tutto, troppo lento e... 😔...
- Interessante come Vuong esplora la gioia nel dolore... 🤔...
Un romanzo «selvaggiamente ironico»
Ma dove stava andando? Stava andando in un luogo dove la libertà viene promessa ma è resa possibile solo attraverso uno spazio spersonalizzante delimitato da mura e serrature, un luogo dove un nutrimento accuratamente ponderato viene distribuito ogni giorno attraverso lunghi corridoi da lavoratori nati in uno smisurato altrove, che rinunciano a veder crescere i propri figli per veder invecchiare degli sconosciuti, al solo scopo di tenerti in vita in modo che qualcuno possa risucchiare soldi dal tuo conto corrente mentre sei al caldo, paralizzato dai tranquillanti, sazio e inebetito, un corpo maturo per il raccolto anche ben oltre la maturazione. Dopotutto, il luogo dove la stavano portando era davvero l’America. L’America nella sua versione più autentica. Il luogo dove tutti vogliono andare, costi quel che costi.
Ha scritto The Guardian: «Un romanzo che spezza il cuore senza mai cedere al sentimentalismo, e al tempo stesso riesce a essere selvaggiamente ironico».
Per orientarsi fra testo e contesto
L’imperatore della gioia di Ocean Vuong è un romanzo che richiede al lettore un’immersione profonda nella disperazione e nel trauma dell’immigrazione. In cambio, dona un respiro di speranza e la possibilità di riscoprire la bellezza della cura reciproca. Non una lettura semplice, ma è un’esperienza che arricchisce in un’epoca segnata dalla frammentazione e dall’individualismo.
Per chi ha apprezzato Brevemente risplendiamo sulla terra, il nuovo romanzo di Ocean Vuong sarà una conferma del suo talento di scrittore. Per chi non conosce Vuong, ma è alla ricerca di pagine che aiutino a guardare il mondo con occhi nuovi, L’imperatore della gioia è il libro che va in questa direzione.