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- La Cineteca di Bologna celebra i 50 anni dalla morte di Pasolini con la mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio” presso la Galleria Modernissimo, visitabile fino all’8 febbraio.
- Il Cinema Modernissimo di Bologna presenta una rassegna integrale della produzione cinematografica di Pasolini a partire dall’1 novembre 2025.
- Tra i materiali esposti, spicca l’appunto lasciato da Pasolini alla segretaria Graziella il giorno prima della sua morte.
La Cineteca di Bologna, custode da oltre vent’anni dell’archivio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, promuove la mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio”, inaugurata il 30 ottobre presso la Galleria Modernissimo e aperta fino all’8 febbraio 2026. L’esposizione si propone come una vera e propria indagine, un’autopsia visiva e documentale sulle ultime settimane di vita del poeta, regista e scrittore. Articoli di giornale, fotografie, appunti, materiali audio e video provenienti dalle Teche Rai compongono un mosaico complesso e stratificato, che invita il visitatore a immergersi nelle passioni, nei conflitti e nelle denunce che hanno segnato gli ultimi mesi di Pasolini.
Non è la prima rassegna nata in occasione dei 50 anni dall’uccisione dell’intellettuale. A Roma, ad esempio, il 15 ottobre 2025 è stata inaugurata “PPP Visionario”, iniziativa promossa da Roma Capitale che si concluderà l’8 dicembre 2025.
L’allestimento di Bologna, curato da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, nel ripercorrere le ore immediatamente precedenti al delitto, ricostruisce, con rigore quasi investigativo, il contesto sociale, politico e culturale in cui maturò la tragedia. Un’installazione di Giancarlo Basili, che evoca il corpo di Pasolini riverso a terra, avvolto in un lenzuolo, di fronte a una foto dell’Idroscalo, introduce il visitatore al cuore della vicenda, una vicenda la cui verità, come sottolineano i curatori, non è mai stata del tutto svelata. La mostra non offre facili risposte o nuove rivelazioni sensazionalistiche, ma piuttosto un’occasione per approfondire, per interrogarsi, per confrontarsi con la complessità di un personaggio che ha saputo incarnare, come pochi altri, le contraddizioni e le tensioni del Novecento italiano.
In vita e in morte di Pier Paolo Pasolini
 Tra i materiali esposti, spiccano gli oggetti personali di Pasolini, come la scrivania e la macchina da scrivere, testimoni silenziosi del suo lavoro intellettuale. Particolarmente toccante è l’appunto lasciato dal regista alla segretaria Graziella il giorno prima della sua morte, in cui si legge che il 2 novembre avrebbero telefonato in tanti «a cui ho promesso un appuntamento». Ad arricchire la sezione, trovano posto scatti significativi, come il servizio fotografico di Dino Pedriali dell’ottobre 1975, che immortala Pasolini tra Sabaudia e la Torre di Chia in un ritratto di rara profondità e originalità. Inoltre, un’intera sezione è dedicata alla ricostruzione del delitto, con le foto a colori degli abiti che indossava quella notte e i documenti relativi alle indagini.
Tra i materiali esposti, spiccano gli oggetti personali di Pasolini, come la scrivania e la macchina da scrivere, testimoni silenziosi del suo lavoro intellettuale. Particolarmente toccante è l’appunto lasciato dal regista alla segretaria Graziella il giorno prima della sua morte, in cui si legge che il 2 novembre avrebbero telefonato in tanti «a cui ho promesso un appuntamento». Ad arricchire la sezione, trovano posto scatti significativi, come il servizio fotografico di Dino Pedriali dell’ottobre 1975, che immortala Pasolini tra Sabaudia e la Torre di Chia in un ritratto di rara profondità e originalità. Inoltre, un’intera sezione è dedicata alla ricostruzione del delitto, con le foto a colori degli abiti che indossava quella notte e i documenti relativi alle indagini.
Un aspetto saliente della rassegna è rappresentato dai contributi editoriali di Pasolini per il Corriere della Sera, tra cui l’iconico “Io so”, una vibrante requisitoria contro le istituzioni italiane che ancora oggi risuona come emblema di libertà intellettuale e fermezza morale. A concludere l’itinerario espositivo, la sua ultima intervista, lasciata in sospeso come un’eco tra presagio e accusa.
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
- Che bello riscoprire Pasolini, un intellettuale così libero... 😊...
- Ancora troppi misteri sulla sua morte, una ferita aperta... 😔...
- Pasolini vittima del suo tempo? Forse no, forse... 🤔...
Un mese di cinema pasoliniano
Contemporaneamente all’esposizione, il Cinema Modernissimo di Bologna presenta, a partire dal primo di novembre, una rassegna integrale dedicata alla produzione cinematografica e agli interventi televisivi di Pasolini, dagli anni Sessanta fino al 1975. La kermesse prende il via con il recente restauro di Pasolini, un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana, con un’introduzione curata dal regista stesso. Giordana ha enfatizzato il valore di questa iniziativa, definendola «un’occasione straordinaria per vedere, attraverso il mondo di Pasolini, le tappe della sua vita, degli ostacoli e dei successi».
La retrospettiva offre al pubblico la possibilità di riscoprire l’intera filmografia di Pasolini, dai suoi primi lavori, come Accattone (1961) e Mamma Roma (1962), ai suoi film più controversi e provocatori, come Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975). La proiezione di quest’ultimo, prevista a mezzanotte tra sabato 1 e domenica 2 novembre, rappresenta un momento simbolico della maratona cinematografica, un’occasione per confrontarsi con l’ultima, disperata opera di Pasolini. Un film che continua a suscitare dibattiti e polemiche a distanza di decenni dalla sua realizzazione.
La retrospettiva include anche documentari e film dedicati alla memoria di Pasolini, in una panoramica che vuole essere completa sia sul suo profilo e sia sul suo impatto sulla cultura italiana.
L’eredità di un intellettuale scomodo
 A cinquant’anni dalla sua morte, Pier Paolo Pasolini continua a interrogare il Paese, a stimolare il dibattito e a suscitare passioni contrastanti. La sua figura, complessa e contraddittoria, sfugge a facili etichette e a semplificazioni ideologiche. Pasolini è stato poeta, scrittore, regista, saggista, polemista, intellettuale impegnato, ma soprattutto un uomo libero, capace di guardare la realtà con occhi critici e di denunciare le ipocrisie e le contraddizioni della società italiana. La sua opera, vasta e multiforme, spazia dalla poesia al romanzo, dal teatro al cinema, dalla saggistica al giornalismo, e si caratterizza per la sua forza espressiva, per la sua originalità stilistica e per la sua capacità di affrontare temi scomodi e controversi.
A cinquant’anni dalla sua morte, Pier Paolo Pasolini continua a interrogare il Paese, a stimolare il dibattito e a suscitare passioni contrastanti. La sua figura, complessa e contraddittoria, sfugge a facili etichette e a semplificazioni ideologiche. Pasolini è stato poeta, scrittore, regista, saggista, polemista, intellettuale impegnato, ma soprattutto un uomo libero, capace di guardare la realtà con occhi critici e di denunciare le ipocrisie e le contraddizioni della società italiana. La sua opera, vasta e multiforme, spazia dalla poesia al romanzo, dal teatro al cinema, dalla saggistica al giornalismo, e si caratterizza per la sua forza espressiva, per la sua originalità stilistica e per la sua capacità di affrontare temi scomodi e controversi.
Pasolini ha saputo raccontare il sottoproletariato romano, la vita delle borgate, la violenza e la marginalità, ma anche la bellezza e la vitalità del mondo popolare. Ha denunciato la massificazione culturale, l’omologazione dei consumi, la perdita dei valori tradizionali, ma anche le nuove forme di potere e di controllo sociale. Ha affrontato temi come la sessualità, la religione, la politica, la storia con uno sguardo sempre originale e provocatorio.
Pasolini è stato un intellettuale scomodo, perché non si è mai piegato alle convenzioni, non ha mai rinunciato alla sua libertà di pensiero, non ha mai avuto paura di esprimere le sue opinioni, anche quando queste erano impopolari o controcorrente. Ha pagato a caro prezzo la sua coerenza, subendo processi, censure, attacchi e calunnie. La sua morte, avvenuta in circostanze ancora oscure, ha contribuito ad aggiungere un alone di mistero sulla sua vita. Ma, al di là del mito, resta l’opera, un’opera che continua a parlare, a interrogare, a provocare, a stimolare la riflessione e il dibattito.
Per orientarsi fra testo e contesto
Pier Paolo Pasolini, a mezzo secolo dalla sua tragica scomparsa, continua a esercitare un fascino inalterato, alimentato non solo dalla sua poliedrica produzione artistica, ma anche dalle circostanze misteriose che avvolgono la sua morte. Per chi desidera approfondire la conoscenza di questo intellettuale scomodo e profetico, è utile orientarsi tra le sue opere principali e le interpretazioni critiche che ne sono state date. Tra i suoi romanzi più celebri, spiccano Ragazzi di vita (Garzanti, 1955) e Una vita violenta (Garzanti, 1959), che danno uno spaccato crudo e realistico del sottoproletariato romano.
Sul versante poetico, si consiglia la lettura di Le ceneri di Gramsci (Garzanti, 1957), una raccolta di versi che testimonia l’impegno politico e civile di Pasolini. Nel campo cinematografico, oltre ai già citati Accattone e Salò o le 120 giornate di Sodoma, meritano di essere riscoperti Il Vangelo secondo Matteo (1964) e Uccellacci e uccellini (1966), che rivelano la sua originalità stilistica.
Per quanto riguarda le interpretazioni critiche, sono numerosi i saggi e le biografie dedicati a Pasolini. Tra questi, si segnalano Pasolini. Un intellettuale corsaro di Enzo Siciliano (Garzanti, 1995) e Pasolini. Cronologia di una morte di Guido Mazzon (Marsilio, 2005), che ricostruiscono la sua vita e la sua opera alla luce delle vicende politiche e sociali del suo tempo. L’anno scorso, inoltre, è uscito Bellezza imperfetta. Io e Pasolini (Pendragon, dicembre 2024), un libro scritto da Dante Ferretti, in collaborazione con David Miliozzi, che permette di scoprire la relazione dello scenografo, al contempo personale e professionale, con il noto poeta e regista.





