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Amichettismo Premio Strega Poesia def

Non è tutto “amichettismo” al Premio Strega Poesia

Favoritismi editoriali e autoreferenzialità minacciano la lirica italiana autentica? Lo sostiene qualcuno, portando alcune ragioni a corredo. Al lettore l’ardua sentenza.
  • Massimo Ridolfi, un autore semisconosciuto di Teramo, ha sollevato dubbi sulla trasparenza nei critieri di selezione dei candidati al Premio Strega Poesia.
  • Dalla cinquina finalista è stato escluso Maurizio Cucchi, che già in passato aveva mancato di ottenere l’ambito premio per la narrativa.
  • È anche vero che della cinquina fa parte Marilena Renda, la cui raccolta Cinema Persefone è stata pubblicata nel 2024 da un editore minore. Il che contraddirebbe il presunto “amichettismo” del premio.

C’è dell’amichettismo nella scelta della cinquina finalista al Premio Strega Poesia 2025? Il termine “amichettismo”, come noto, è stato coniato in questi anni soprattutto per indicare i vari cerchi magici attorno a certe figure politiche di rilievo. Si potrebbe definire la versione moderna del nepotismo. Massimo Ridolfi, di cui è difficile trovare traccia sul web, l’ha evocato in un articolo pubblicato su Navuss, testata teramana come teramano si presume sia lo stesso Ridolfi. Il quale aveva definito «sporca dozzina» l’elenco dei dodici poeti – che si è ristretto a cinque il 7 maggio negli spazi del MAXXI aquilano – per via di un sistema che, a suo dire, premia logiche amicali e favoritismi editoriali a discapito del valore poetico autentico.

Ecco la cinquina:

Alfonso Guida, Diario di un autodidatta (Guanda)
Giancarlo Pontiggia, La materia del contendere (Garzanti)
Jonida Prifti, Sorelle di confine (Marco Saya)
Marilena Renda, Cinema Persefone (Arcipelago Itaca)
Tiziano Rossi, Il brusìo (Einaudi)

La “maledizione dello Strega” colpisce ancora

Ridolfi nel suo articolo stigmatizzava il meccanismo del premio, sostenendo che la competizione si riducesse a un duello tra due figure dominanti, Giancarlo Pontiggia (Garzanti) e Maurizio Cucchi (Mondadori). Secondo l’autore, ci sarebbe un «muro di gomma» che impedisce alla vera poesia italiana di emergere, intrappolata in un «circoletto amicale» dove la critica è sostituita dallo scambio di favori. Un sistema, dunque, che premia se stesso, con una giuria «totalmente rappresentativa degli editori» che, di fatto, si auto-celebra. In realtà Cucchi è uscito dai giochi. La sua esclusione ha suscitato una certa perplessità. Figura di spicco nel panorama letterario italiano, sia come poeta sia come critico, era considerato da molti un candidato naturale alla vittoria. La sua assenza ha rievocato la “maledizione dello Strega”, un fenomeno che sembra colpire alcuni autori di grande valore, che pur avendo ottenuto riconoscimenti e successo, non riescono a conquistare il prestigioso premio.

Vent’anni prima, nell’estate del 2005, Cucchi aveva già mancato la vittoria con il romanzo Il male è nelle cose (Mondadori), pur essendo giunto in finale. La sua esclusione dal Premio Strega Poesia 2025 ha confermato una tendenza che sembra colpire alcuni intellettuali che, pur non trionfando con il liquore giallo paglierino, si sono confermati pilastri della lettura italiana del secondo Novecento, come Ottiero Ottieri, Ermanno Rea, Vincenzo Cerami, Luigi Malerba, Roberto Calasso e Marco Sant’Agata.

Se poeti e critici dormono beati

Il pronostico di Ridolfi sulla competizione finale, perciò, che prevedeva una spartizione della “torta” tra Pontiggia e Cucchi, è stato confutato dai fatti. Pur ricordando la “vittoria” di Garzanti l’anno precedente con Dal Bianco, un altro «morto di sonno», e il successo di Mondadori nella prima edizione del premio, l’autore esprime rammarico per l’occasione persa di premiare Stefano Simoncelli, un poeta indipendente «affogato nel tè del pomeriggio» a causa della sua estraneità alle logiche proprie dell’amichettismo della giuria. L’auspicio è che il premio possa recuperare una qualche dignità, riconoscendo il merito e l’originalità al di là delle appartenenze e delle convenienze.

Anche la scelta nella cinquina di Marilena Renda, poetessa e traduttrice originaria di Gibellina, contraddice il presunto “amichettismo” di questo Premio Strega Poesia. La sua recente raccolta, Cinema Persefone, è stata pubblicata nel 2024 da un editore minore, Arcipelago Itaca. La raccolta reinterpreta il mito di Persefone in chiave contemporanea e, nonostante non sia stata editata da un marchio blasonato, concorre comunque insieme agli altri quattro finalisti.

Dopo l’annuncio della cinquina finalista al MAXXI, la proclamazione del vincitore del Premio Strega Poesia 2025 avverrà l’8 ottobre a Roma, nella Casa dell’Architettura. Un’ampia giuria, composta da circa 100 personalità della cultura, determinerà l’opera vincitrice attraverso un voto telematico. Nel frattempo, la cinquina finalista sarà protagonista di un tour letterario che toccherà diverse città italiane. Le tappe del tour includono il Salone Internazionale del Libro di Torino (16 maggio), Civitavecchia (11 luglio), Pula (17 luglio), Festambiente Sud a San Marco in Lamis (22 luglio), Pordenonelegge (17-21 settembre) e Teramo (27 settembre) dove ad attendere i poeti potrebbe esserci Ridolfi in persona.

Per orientarsi fra testo e contesto

L’analisi di Massimo Ridolfi affonda le radici nel Novecento, individuando in Eugenio Montale il punto di partenza di una deriva che si è compiuta con Giovanni Raboni. Quest’ultimo, erede della linea editoriale di Vittorio Sereni, avrebbe poi trasmesso a Cucchi un’eredità che ha portato a un «tragico appiattimento verso il registro basso» della poesia italiana. L’autore denuncia una tendenza a imitare maldestramente la grande poesia americana, rinunciando all’originalità e alla forza della tradizione italiana. In sostanza, si tratterebbe di una «sciocca tradizione dello scialbo raccontino mandato in verticale», una parodia sbiadita di modelli ben più alti.

Il J’accuse di Massimo Ridolfi solleva interrogativi sullo stato della poesia italiana contemporanea e sui meccanismi che ne regolano visibilità e diffusione. Al di là dei nomi e dei pronostici, il contributo di Ridolfi è una spina nel fianco riguardo al ruolo della critica, alla necessità di promuovere l’originalità e alla vocazione (perduta?) del sistema letterario tesa a valorizzare le voci autentiche e indipendenti. In questo contesto, è interessante ricordare che Maurizio Cucchi, uno dei protagonisti “incriminati” da Ridolfi, è autore di numerose raccolte poetiche che hanno ottenuto importanti attestati e che testimoniano la sua lunga e prolifica carriera. Allo stesso modo, Giancarlo Pontiggia, l’altro “contendente” rimasto, ha pubblicato diverse sillogi che toccano temi esistenziali con un linguaggio raffinato e intenso.

Non è escluso che Ridolfi intinga la sua penna nel veleno dell’invidia, in quanto poeta e scrittore snobbato dai circuiti editoriali à la page. Di certo, è condivisibile la conclusione del suo articolo, quando osserva che «dalla lettura di una buona poesia bisogna uscirne con le ossa rotte, non certo addormentati». Come dargli torto.

Articolo pubblicato il 1° aprile e aggiornato il 18 maggio 2025
Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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