E-Mail: [email protected]
- Il 26 settembre 2025 è scomparso Tony Harrison, il poeta britannico che considerava poesia e politica strettamente unite.
- Il poemetto V., trasmesso in tv nel 1987, ha suscitato un acceso dibattito, fino a coinvolgere il Parlamento.
- La sua opera è caratterizzata da una forte componente autobiografica, che diventa il punto di partenza per affrontare temi universali.
Il tempo che ha visto la misura delle mie camicie
crescere da Small a Medium e ora a Large
non le vedrà ridiventare Slim
finché per camicia metterò il sudario.
Tony Harrison se ne è andato, a 88 anni, il 26 settembre 2025. Proveniente da un ambiente proletario di Leeds, ha saputo elevare la sua esperienza di classe a materia poetica, affrontando temi sociali e politici con un linguaggio diretto e incisivo. La sua opera, caratterizzata da una forte componente autobiografica, si distingue per l’uso sapiente della forma metrica tradizionale, in particolare del sonetto, reinterpretato in chiave moderna e utilizzato come strumento di indagine della realtà.
Harrison ha sempre rivendicato la natura politica della sua poesia, nata dalla consapevolezza delle disuguaglianze sociali e dalla volontà di dare voce a chi non ne ha. Come affermava in un’intervista del 1996, la poesia e la politica sono indissolubilmente legate, poiché è nella lingua che si riflettono le dinamiche di potere e le manipolazioni della realtà. Un esempio emblematico è l’uso distorto del linguaggio bellico, dove atrocità come la morte di centinaia di persone vengono eufemisticamente definite “danni collaterali”. Ecco perché, per Harrison, i “muti” sono coloro che non hanno la possibilità di esprimere i propri desideri e le proprie aspirazioni. Una condizione che accomuna le classi subalterne di ieri e di oggi.
Tony Harrison, un impegno politico radicale
La radicalità dell’impegno politico di Harrison si è accentuata nel corso degli anni, in controtendenza rispetto a molti intellettuali che, con l’età, tendono a integrarsi nel sistema. Harrison, al contrario, ha sempre rifiutato compromessi, mantenendo una posizione critica nei confronti del potere e delle ingiustizie sociali. Questa coerenza si riflette nella sua opera, che spazia dalla poesia al teatro, dal cinema alla televisione, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio e di stimolare la riflessione critica.
Harrison, oltre a denunciare le disuguaglianze sociali, ha anche sperimentato nuove forme di espressione artistica, contaminando la poesia con il linguaggio della prosa e con le forme del teatro e del cinema. La sua poesia, pur caratterizzata da un’apparente formalismo, è profondamente radicata nella realtà e si nutre delle esperienze concrete della vita. L’uso del pentametro giambico, ad esempio, non è per Harrison un mero esercizio stilistico, ma un modo per riprodurre il ritmo naturale del linguaggio parlato e per avvicinare la poesia alla gente comune.
- Harrison ha dato voce a chi non ne ha... 🙌...
- La poesia di Harrison è troppo politicizzata e... 👎...
- Interessante come Harrison usa la forma metrica per... 🤔...
V., il capolavoro di Tony Harrison
Un esempio emblematico dell’impegno sociale di Harrison è il poemetto V., diffuso in ambito televisivo nel 1987 e divenuto oggetto di un acceso dibattito pubblico e di richieste di chiarimento da parte del parlamento. La narrazione poetica segue il ritorno dell’autore nella sua città natale, Leeds, in un cimitero dove giacciono i resti dei suoi genitori, ora deturpato da atti vandalici e imbrattato con scritte oscene. In questo contesto, Harrison incontra un disoccupato che lo insulta per aver tradito la sua classe di origine. Il poemetto, ambientato nell’Inghilterra thatcheriana, dà voce al sottoproletariato e denuncia le conseguenze devastanti delle politiche neoliberiste.
Harrison è stato un testimone attento e partecipe del suo tempo, affrontando temi scottanti come la guerra, la violenza, la discriminazione e l’ingiustizia sociale. Inviato da «The Guardian» sul fronte bosniaco, ha denunciato le atrocità del conflitto e ha dato voce alle vittime. La sua opera è caratterizzata da una forte componente autobiografica, ma Harrison utilizza la propria esperienza personale come punto di partenza per affrontare temi universali e per indagare le contraddizioni della società contemporanea. I suoi sonetti sono come sismografi che registrano i movimenti tellurici della storia e i conflitti della società inglese e non solo.
Per orientarsi fra testo e contesto
Harrison ha saputo coniugare l’impegno politico con la sperimentazione artistica, creando opere originali e innovative che hanno lasciato un segno profondo nella cultura contemporanea. La sua capacità di dare voce ai “muti”, di denunciare le ingiustizie e di interrogare la realtà lo rende un poeta imprescindibile per chiunque voglia comprendere il nostro tempo.
Per approfondire la conoscenza della sua opera, si rimanda ai la lettura dei tre volumi pubblicati da Einaudi: V. e altre poesie (1996), In coda per Caronte (2003) e Vuoti (2008). In particolare, il poemetto V. rappresenta un’opera fondamentale per comprendere l’impegno sociale e politico di Harrison e la sua capacità di dare voce alle classi più umili.