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«La vegetariana» di Han Kang in cartellone al Teatro Vascello

L'opera della scrittrice Premio Nobel 2024 prende vita sul palco cercando di portare in scena le stesse emozioni suscitate dalle pagine del romanzo.
  • L'adattamento teatrale de La vegetariana della scrittrice Han Kang è ospitato dal Teatro Vascello di Roma dal 29 ottobre al 3 novembre 2024.
  • Han Kang ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2024, aumentando così l'attenzione sulla sua opera del 2016.
  • La rappresentazione esplora il tema della ribellione contro una società percepita come violenta.

Dal 29 ottobre al 3 novembre 2024 il Teatro Vascello di Roma ospita la rappresentazione de La vegetariana, tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice sudcoreana Han Kang, Premio Nobel per la Letteratura 2024. Il progetto, curato da Daria Deflorian e Francesca Marciano, coinvolge un cast di attori formati da Monica Piseddu, Paolo Musio e Gabriele Portoghese. Si tratta di una coproduzione internazionale che include partner come Emilia Romagna Teatro, Romaeuropa Festival e Triennale Milano Teatro.

Il romanzo di Han Kang, pubblicato in Italia da Adelphi nel 2016, è noto per la sua prosa intensa e poetica che esplora temi di grande profondità, come la fragilità della vita umana e le connessioni tra corpo e anima. La storia ruota attorno a Yeong-hye, una donna che, dopo un sogno inquietante, decide di smettere di mangiare carne, scatenando una serie di reazioni contrastanti nel suo ambiente familiare e sociale.

La metamorfosi di Yeong-hye

La trama de La vegetariana si sviluppa attraverso tre atti, ognuno dei quali offre una prospettiva diversa sulla crisi familiare che si innesca con la decisione di Yeong-hye di diventare vegetariana. Il marito, il cognato e la sorella della protagonista rappresentano i tre punti di vista attraverso cui la storia viene narrata, ciascuno con il proprio bagaglio di emozioni e reazioni. La decisione di Yeong-hye non è solo un rifiuto alimentare, ma un simbolo di ribellione contro un’umanità percepita come violenta e distruttiva.

Daria Deflorian, che oltre a curare la regia interpreta anche il ruolo della sorella, ha avuto modo di sottolineare come la rinuncia alla carne da parte di Yeong-hye sia il culmine di un processo di consapevolezza che la porta a rifiutare un modo di vivere convenzionale. La metamorfosi della protagonista è accompagnata da un cambiamento nella lingua del romanzo, che passa da una narrazione in prima persona a descrizioni vivide e oniriche.

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Ricreare sul palco l’emozione della lettura

L’adattamento teatrale del romanzo di Han Kang rappresenta un esperimento artistico che mira a ricreare sul palco l’esperienza della lettura del romanzo. Daria Deflorian, insieme a Francesca Marciano e al team di attori, ha lavorato per mantenere intatta la struttura narrativa del libro, suddivisa in tre capitoli, ciascuno incentrato su un personaggio diverso. La sfida è stata quella di far parlare le figure senza raccontarle, mantenendo la drammaturgia fedele al testo originale.

La scenografia, curata da Daniele Spanò, insieme alle luci di Giulia Pastore, contribuiscono a creare un’atmosfera che riflette il viaggio interiore di Yeong-hye e l’impatto della sua trasformazione sul mondo circostante. La produzione è stata realizzata con il supporto di numerosi partner internazionali, tra cui il Ministero della Cultura italiano e l’Istituto Culturale Coreano in Italia.

Per orientarsi fra testo e contesto

La messa in scena de La vegetariana invita gli spettatori a riflettere sulla natura dell’esistenza umana e sulle relazioni interpersonali, facendo leva sulla sua capacità di coinvolgere il pubblico in un’esperienza sensoriale ed emotiva.

Per chi ha apprezzato il romanzo di Han Kang, la versione teatrale è un’occasione per vedere la storia prendere vita sul palco. La collaborazione tra artisti di diverse discipline e nazionalità arricchisce ulteriormente l’opera, rendendola un evento di grande rilevanza nel panorama culturale contemporaneo.

La vegetariana, oltre a essere una storia di trasformazione personale, spinge a interrogarsi su ciò che significa vivere in un mondo complesso e spesso contraddittorio. La scelta di Yeong-hye di abbandonare la carne diventa un simbolo di resistenza e di ricerca di un modo di essere più autentico e in armonia con se stessi e con l’ambiente. L’adattamento teatrale, con la sua capacità di fondere testo e performance, propone una nuova chiave di lettura per esplorare questi temi e stimolare una riflessione personale e collettiva.

Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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