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«Parthenope»: la réclame di un profumo che piace al pubblico?

Il nuovo film di Paolo Sorrentino esplora la complessità e le contraddizioni della città di Napoli, tra critiche anche feroci che però non ne hanno intaccato il successo.
  • Il film Parthenope di Paolo Sorrentino è ambientato a Napoli e reinterpreta il mio della sirena leggendaria che ha fondato la città.
  • Tra gli interpreti, oltre alla protagonista Celeste Dalla Porta, si segnalano Gary Oldman, Silvio Orlando, Stefania Sandrelli e Luisa Ranieri.
  • Nonostante il successo a Cannes, il film ha diviso la critica, con alcuni detrattori che lo hanno tacciato di essere un esercizio di stile eccessivo.

Parthenope, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, da qualcuno è stato giudicato come la réclame di un profumo. La pellicola si sviluppa su un arco temporale che va dal 1950 al 2023, soffermandosi sulle sfumature della giovinezza e della maturità attraverso gli occhi della protagonista. Alla stessa stregua della sirena del mito sulla fondazione della città, la protagonista, interpretata dalla talentuosa Celeste Dalla Porta, è nata dalle acque.

Anche il regista Federico Fellini, con il suo approccio visionario, ha spesso utilizzato simboli mitologici per esplorare temi universali come la natura, la voce e l’acqua, elementi che si fondono nella figura della sirena, simbolo di seduzione e mistero. La sirena, con il suo canto incantatore, rappresenta una connessione perduta con il divino e la natura, un tema che Fellini ha toccato ad esempio in film come Casanova e E la nave va.

Sorrentino erede di Fellini?

Paolo Sorrentino, considerato da molti l’erede contemporaneo di Fellini, continua questa tradizione con Parthenope. La pellicola si immerge nel mito della sirena Partenope, fondatrice leggendaria di Napoli, e lo reinterpreta attraverso una lente moderna. Parthenope è dipinta come un emblema di fascino estetico e meraviglia, ma anche di noncuranza e apatia. In tal senso racchiude le intricate sfaccettature dell’animo umano nonché della società attuale. Attraverso il suo stile visivo peculiare, Sorrentino trasforma questo mito in una profonda meditazione sulla natura umana. Il film è un viaggio nei meandri di Napoli, una città che incarna la bellezza e la decadenza, l’amore e l’odio, e che diventa un personaggio a sé stante nella narrazione.

La colonna sonora del film, che include brani iconici come “Era già tutto previsto” di Riccardo Cocciante, aggiunge un ulteriore strato di emozione e profondità alla narrazione, amplificando l’impatto visivo e tematico. La musica funge da veicolo per tradurre ciò che altrimenti risulterebbe ineffabile, permettendo così ai sentimenti e alle emozioni, altrimenti inafferrabili con il solo uso del linguaggio verbale, di emergere e farsi ascoltare.

Cosa ne pensi?
  • ✨ Un'opera visivamente mozzafiato che celebra Napoli......
  • ❌ Troppa enfasi sullo stile a scapito dei contenuti......
  • 💭 Ripensando a Napoli, un altro modo di vedere......

Ma davvero Parthenope è una réclame?

Il film si distingue per il suo linguaggio cinematografico poetico e sferzante, che vuole catturare la bellezza di Napoli attraverso gli occhi di Parthenope. Sorrentino utilizza un ritmo cadenzato e immagini di pura bellezza per ipnotizzare lo spettatore che si trova dinanzi a un’esperienza sensoriale che il regista sa dosare con maestria. Gli attori, tra cui Gary Oldman, Silvio Orlando, Stefania Sandrelli e Luisa Ranieri, offrono da parte loro interpretazioni che amplificano l’intensità emotiva del film, con alcune performance più convincenti di altre.

Ciò non toglie che, nonostante l’applauso ricevuto al Grand Théâtre Lumière di Cannes, Parthenope abbia diviso la critica. Mentre alcune recensioni hanno lodato la capacità del film di esplorare il mistero di Napoli, altre lo hanno criticato come un esercizio di stile eccessivo. All’indomani della sua proiezione a Cannes, ad esempio, Peter Bradshaw sul quotidiano britannico The Guardian ha scritto un articolo al veleno dal titolo «Paolo Sorrentino escogita una facile auto-parodia in bikini». La conclusione del giornalista è impietosa: «Parthenope fluttua semplicemente in modo compiaciuto sullo schermo, come una pubblicità di due ore per un’acqua di colonia incredibilmente costosa».

Per orientarsi fra testo e contesto

In realtà Bradshaw si sbaglia. Parthenope si inserisce in un contesto più ampio di opere che esplorano la bellezza e il mistero di Napoli o di altre città. Sorrentino, vincitore del premio Oscar nel 2014 per La grande bellezza, continua a insistere su una visione che cerca di scovare il volto inedito di luoghi iconici quali Roma o Napoli. Ecco perché Parthenope è un film che può peccare di barocchismo, ma non può essere considerato un megaspot di alcunché, a meno che il prodotto in questione non sia Napoli stessa.

In questo senso Sorrentino riesce a catturare l’essenza di una città affascinante e complessa, dando allo spettatore un’esperienza cinematografica sovrabbondante, seppure zavorrata dalla tipica frammentarietà nel raccontare propria del regista. Ma anche nel caso in cui The Guardian avesse ragione e Parthenope fosse solo la réclame di un’acqua di colonia assai costosa, deve piacere molto al pubblico, visto che al box office risulta essere la pellicola più vista della stagione.

Articolo pubblicato in origine il 6 novembre e aggiornato l’8 dicembre 2024

Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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