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- Nel 2025, tre nuovi autori italiani – Vanni Santoni, Sandra Bonzi e Francesca Mautino – irrompono sulla scena gialla con visioni originali che aprono il genere a tematiche sociali urgenti.
- Il thriller nordico continua a esercitare un'attrazione irresistibile, con autrici come Camilla Sten che mescolano suspense, introspezione psicologica e critica sociale.
- Il tecno-thriller riflette le paure legate alla tecnologia grazie ad autori come James Patterson e Daniel Silva.
Nel 2025 il mondo del giallo, considerato uno dei cardini della letteratura popolare, naviga incessantemente tra due strade: da un lato la necessità impellente di rinnovarsi, dall’altro il rischio concreto di adagiarsi su formule già collaudate. Il 2025 sarà per il giallo l’anno decisivo per una trasformazione radicale o non sarà altro che la continuazione monotona del passato? Un’attenta indagine rivela come lo scenario odierno sia ricco e multiforme. Accanto ai veterani nuovi autori emergono, intenti ad avventurarsi in percorsi narrativi non convenzionali e a reinterpretare gli arcinoti codici narrativi.
Inoltre, con l’arrivo delle tecnologie avanzate, la varietà nei protagonisti e l’introspezione su tematiche socialmente rilevanti emergono come alcune delle peculiarità distintive della narrazione gialla nel 2025. Tuttavia ci chiediamo se queste innovazioni possano realmente sancire uno sviluppo autentico per il genere o non siano piuttosto semplici varianti ripetitive di un passato ampiamente noto.
Gli esordienti italiani nel giallo 2025
Aprile 2025 ha segnato l’irruzione sulla scena di tre nuovi autori italiani, ciascuno portatore di una visione originale del genere: Vanni Santoni, Sandra Bonzi e Francesca Mautino.
Vanni Santoni, con il suo Il detective sonnambulo (Mondadori), trascina il lettore in un’indagine onirica che si snoda tra le strade di Parigi e le capitali europee, mescolando amore, denaro e tensioni politiche. Un thriller atipico, stratificato e visionario, in cui i confini tra sogno e realtà si fanno labili.
Sandra Bonzi, in Una parola per non morire (Garzanti), intreccia sapientemente commedia domestica e noir urbano, raccontando la storia di una giornalista alle prese con un’indagine inaspettata e una vita familiare disfunzionale. Un giallo ironico e disincantato, che affronta temi come la solitudine urbana, le scelte mancate e le parole non dette.
Francesca Mautino, con Tutti conoscono tutti (Longanesi), ambienta il suo romanzo in una Torino opaca e piena di zone d’ombra, indagando sull’amicizia, sulla memoria e sui segreti che si annidano nella quotidianità. Un avvincente thriller psicologico caratterizzato da una tensione palpabile, dove l’elemento di suspense trae forza non tanto dagli eventi espliciti, quanto dai segreti inespressi.
Tematiche sociali e introspezione psicologica
Questi esordienti sembrano intenzionati a scardinare le convenzioni del genere, aprendosi a tematiche sociali urgenti e a una maggiore introspezione psicologica. Le crescenti disparità economiche all’interno delle aree metropolitane, insieme al drammatico incremento dei disturbi mentali fra le nuove generazioni e alle sfide perpetue della comunità LGBTQ+, si manifestano come nuovi potenziali motivi narrativi. Si tratta di un’evoluzione promettente, sebbene il suo effetto sul lungo periodo rimanga da scoprire.
Tra le recensioni dei lettori, è evidente una spaccatura: mentre alcuni paludono al rinvigorimento apportato da queste innovazioni stilistiche con trame fresche e incisive, altri rievocano nostalgicamente il calore rassicurante delle trame classiche del giallo. Esiste anche chi teme che un’attenzione esasperata verso argomenti sociali possa compromettere tanto il senso di suspense quanto la forza narrativa propriamente detta all’interno del genere.
Il thriller nordico e l’avvento del tecno-thriller
Il thriller nordico, con la sua atmosfera cupa e i suoi personaggi tormentati, continua a esercitare un’attrazione irresistibile sui lettori di tutto il mondo. Camilla Sten, figlia d’arte (sua madre è la celebre Viveca Sten), si è affermata come una delle voci più interessanti del panorama scandinavo.
Il suo romanzo L’erede (Fazi, 2025), ambientato in una tenuta isolata tra i boschi svedesi, è un esempio perfetto di come il thriller nordico sappia mescolare sapientemente suspense, introspezione psicologica e critica sociale. La protagonista, affetta da prosopagnosia (l’incapacità di riconoscere i volti), si trova a indagare sulla morte della nonna, in un’atmosfera di crescente paranoia e sospetto. La sua condizione, che la rende incapace di identificare il colpevole, diventa una metafora della difficoltà di riconoscere le verità nascoste nelle proprie radici e nelle persone care.
James Patterson e Daniel Silva
Accanto al thriller nordico, si fa strada il tecno-thriller, un genere che riflette le nostre paure legate alla tecnologia e al suo impatto sulla società. Spionaggio informatico, intelligenza artificiale fuori controllo, sorveglianza di massa: sono solo alcuni dei temi esplorati da questo genere in ascesa. Non è una novità in assoluto, se si pensa che romanzi come Neuromante di William Gibson (Mondadori, 1984) hanno prefigurato un futuro distopico in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della nostra vita, aprendo la strada a una nuova generazione di autori che indagano le implicazioni etiche e sociali del progresso tecnologico.
James Patterson e Daniel Silva, due maestri del thriller internazionale, continuano a tenere alta la bandiera del genere, con romanzi che spaziano dallo spionaggio alla suspense psicologica. Se parli muori (Longanesi, 2025) di Patterson ci porta nel cuore di San Francisco, sconvolta da una nuova legge sulle armi e da un’ondata di violenza. Morte in Cornovaglia (HarperCollins, 2025) di Silva vede invece protagonista Gabriel Allon, la celebre spia e restauratore d’arte, impegnato a risolvere un caso complesso che lo porterà dalla Cornovaglia alla Corsica.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il giallo del 2025 si presenta come un genere in fermento, in bilico fra tradizione e innovazione. Nuovi autori sperimentano con stili e tematiche inediti, aprendosi a questioni sociali urgenti e a una maggiore introspezione psicologica. Il thriller nordico continua a esercitare il suo fascino oscuro, mentre il tecno-thriller riflette le nostre paure legate alla tecnologia. La chiave per comprendere appieno questo panorama in evoluzione, forse, sta nel non limitarsi a cercare risposte definitive, ma nel continuare a interrogarci sul significato del mistero e sul suo ruolo nella nostra società.
Il giallo, in fondo, è uno specchio in cui possiamo riflettere le nostre paure, le nostre speranze e le nostre ossessioni.