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Il passero bianco

«Il passero bianco», una fiaba in versi di Sofia Fiorini

Nella raccolta della poetessa riminese, pubblicata da Vallecchi-Firenze, i misteri della vita e della morte si dipanano in un intrico di simboli.
  • Il passero bianco di Sofia Fiorini, edita da Vallecchi-Firenze, è una fiaba iniziatica in versi.
  • La raccolta si sofferma sul ciclo vitale e sulla connessione tra vita e morte, invitando il lettore a stringere un patto di immersione totale nelle sue pagine.
  • L’autrice attinge a influenze letterarie che spaziano da Ralph Waldo Emerson a Cristina Campo, fino a Emily Dickinson.

Il 25 luglio 2025 esce Il passero bianco di Sofia Fiorini (Rimini, 1995) pubblicato da Vallecchi-Firenze nella collana Vallecchi Poesia. Questo volume è una sorta di fiaba iniziatica in versi, un’esplorazione dei confini dell’esistenza, dove vita e morte si fondono in un’unica, inscindibile trama.

L’opera propone al lettore di stringere un patto, di immergersi completamente nelle sue pagine, dall’inizio alla fine. La raccolta di poesie Il passero bianco vuole essere un’esperienza avvolgente che indaga sulla complessità del ciclo vitale, in cui la morte è intesa come preludio alla rinascita, e viceversa. La Fiorini ci accompagna in un universo sospeso tra il giardino e il bosco, tra l’innocenza infantile e la sua inevitabile perdita, un terreno fertile per la trasformazione e la scoperta di sé.

Il passero bianco e le sue creature

La fiaba prende vita attraverso creature oniriche e reali, animali parlanti che si fanno portatori di verità nascoste, esseri che agiscono mossi da istinti primordiali. In questo scenario incantato, ma non privo di una sottile vena di crudeltà, la protagonista è chiamata a confrontarsi con il proprio corpo, con i segreti che esso custodisce, con la necessità di proteggere la propria fragilità. L’ironia velata che permea i dialoghi e le situazioni suggerisce che nessuno è esente da colpe, che l’innocenza è un’illusione da cui distaccarsi per poter crescere.

Dietro la casa, dietro le siepi
e le ombre dell’usato giardino
sta quel che resta di queste ossa.

Quattro pali – le assi
il ricordo di un tetto, mausoleo
sgraziato di ragazza.

Solo la porta resta
chiusa con la spranga
né reggia né splendida tomba –
solo un telo di plastica
che ha perso la sua trasparenza.

Guardiamo la porta
passiamo oltre il campo,
oltre le messi di cipolla,
molto più lontano…
al bosco, alla grotta!

La bambina che qui c’era è morta.

Cosa ne pensi?
  • ✨ Un'opera che promette di illuminare il panorama poetico......
  • 🤔 Non sono sicuro che la fiaba e la filosofia possano......
  • 🐦 E se il passero bianco fosse in realtà una metafora......

L’arte della narrazione lirica

Sofia Fiorini dimostra grande maestria nell’utilizzo della narrazione lirica, costruendo una struttura solida e armoniosa, un respiro ampio che accompagna il lettore attraverso le diverse tappe del racconto. Il gatto, figura centrale della fiaba, riconosce alla protagonista il “dono del passo”, una qualità che si riflette anche nella scrittura dell’autrice, contraddistinta da un ritmo preciso, incisivo e al contempo leggero. La sua poesia si rivela efficace sulla lunga distanza, capace di intessere una trama complessa e avvincente.

Nel suo lavoro, la Fiorini dimostra di essere una profonda conoscitrice dei simboli, attingendo a un ricco patrimonio culturale che va da Ralph Waldo Emerson, da lei stessa tradotto, a Cristina Campo, figura di riferimento per la sua capacità di rompere gli schemi, fino a Emily Dickinson, considerata una vera e propria musa ispiratrice. Non mancano, tuttavia, influenze inattese, come quella di Patrizia Cavalli, che conferiscono all’opera un’originalità e una freschezza uniche.

Una figura chiave, il passero bianco, creatura legata al mondo sotterraneo, elegge la giovane come prediletta. Questo spirito guida la condurrà in un percorso di crescita che comprende l’attività venatoria, i sentimenti amorosi, un rito, tre misteri da celare e un epilogo inatteso.

Il passero bianco tra poesia e filosofia

Il passero bianco si distingue per la sua capacità di coniugare la forma della fiaba con la profondità della speculazione filosofica che si apre a temi universali come la vita, la morte, la trasformazione e la ricerca della propria identità. La Fiorini dimostra di possedere una voce originale e potente, capace di emozionare e di stimolare la riflessione nel lettore.

La scelta di adottare la struttura della fiaba consente all’autrice di affrontare argomenti complessi in modo accessibile, creando un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. I personaggi, pur essendo spesso rappresentati da animali o creature fantastiche, incarnano archetipi universali, figure che riordano le nostre esperienze e le nostre paure più profonde. Il linguaggio poetico, ricco di immagini evocative e di metafore suggestive, contribuisce a creare un’esperienza di lettura intensa e coinvolgente.

La presenza di elementi simbolici, come il passero bianco, il bosco, il giardino, conferisce all’opera una profondità ulteriore, invitando il lettore a interpretare il testo su diversi livelli di significato. La fiaba si trasforma così in un vero e proprio percorso iniziatico, un viaggio alla scoperta di sé che richiede coraggio, pazienza e la capacità di abbandonare le proprie certezze.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il passero bianco si inserisce in un filone letterario che esplora le zone d’ombra dell’esistenza, i territori liminali tra la vita e la morte, tra la ragione e l’irrazionale. L’opera si confronta con i grandi temi della tradizione filosofica e letteraria, offrendo una prospettiva originale e innovativa. La Fiorini dimostra di essere una voce promettente nel panorama della poesia contemporanea, capace di dialogare con i grandi maestri del passato e di tracciare un proprio percorso personale.

La pubblicazione di questa fiaba iniziatica in versi rappresenta un’occasione per riflettere sul significato della vita, sulla fragilità dell’esistenza e sulla necessità di affrontare le proprie paure per poter crescere e trasformarsi. L’opera spinge a guardare oltre le apparenze, a scoprire la bellezza nascosta nelle pieghe del reale, a riconoscere la propria vulnerabilità come una forza.

Per chi volesse approfondire la conoscenza di Sofia Fiorini si consigliano le sue precedenti raccolte, La logica del merito (Interno Poesia, 2017 e 2023) e La perla di Minerva (La Noce d’Oro, 2023).


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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