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Paul Auster New York

La New York di Paul Auster a un anno dalla sua scomparsa

La città statunitense è al centro dell’opera di uno dei più importanti scrittori americani del Novecente. Non a caso la famosa trilogia prende il nome dalla grande mela.
  • Un anno dopo la scomparsa di Paul Auster, avvenuta il 30 aprile 2024, la sua eredità letteraria continua a influenzare scrittori e lettori in tutto il mondo.
  • La Trilogia di New York, pubblicata da Einaudi nel 1996, è una variazione del genere poliziesco che intreccia la figura dell’investigatore con quella dello scrittore.
  • Gran parte della sua opera è intimamente collegata alla città statunitense, che spesso diventa un personaggio a sé stante nei suoi romanzi.

Paul Auster è morto il 30 aprile 2024  nella sua New York. A un anno dalla sua scomparsa, l’importanza della sua eredità non accenna a diminuire. Auster, spentosi a 77 anni nella sua New York, ha lasciato indubbiamente un segno nella letteratura contemporanea, grazie alla sua abilità nell’unire riflessione filosofica e tensione narrativa. Paul Auster ha saputo fondere un punto di vista postmoderno con un’evoluzione narrativa che richiama la classicità, quasi in stile dickensiano.

Alla sua opera, tradotta in oltre 40 lingue, si sono ispirate schiere di autori. Un’opera che continua a vibrare nell’animo dei lettori a livello globale. Auster non non è stato solo uno scrittore, ma anche sceneggiatore, poeta, saggista, regista, attore e produttore cinematografico. La sua eclettica produzione artistica, ispirata da figure del calibro di Franz Kafka, Samuel Beckett e Miguel de Cervantes, lo ha spinto a creare film di rilievo come Smoke, Blue in the Face e Lulu on the Bridge.

New York, lo scenario prediletto di gran parte dei racconti di Paul Auster, trascende il ruolo di semplice sfondo. Si eleva a protagonista vivida e misteriosa all’interno dei suoi scritti. Nei suoi romanzi, infatti, la “grande mela” non funge solo da ambientazione, ma assume il ruolo di co-protagonista, influenzando e plasmando lo sviluppo degli eventi. La New York tratteggiata da Auster si manifesta oscura e seducente nella Trilogia di New York, spaesante ma ricca di occasioni in Moon Palace e profondamente umana e intrisa di teatralità in Sunset Park.

La Trilogia di New York di Paul Auster

I suoi romanzi sono spesso dedali complessi. Ogni pagina è un invito a meditare sull’essenza dell’identità, sulla natura del racconto e sulla ragione stessa che porta a utilizzare le parole per descrivere il mondo.

La Trilogia di New York, composta da Città di vetro (1985), Fantasmi (1986) e La stanza chiusa (1987), è considerata una delle sue opere più originali. In questi romanzi, Auster utilizza il genere poliziesco in modo non convenzionale, intrecciando la figura dell’investigatore con quella dello scrittore. La New York in cui si muovono i personaggi è una città allucinata e confusa, tra investigazioni, pedinamenti e scambi di identità che diventano il simbolo dell’inquietudine esistenziale che anima tutta l’opera di Auster.

In Città di vetro, il protagonista Daniel Quinn, uno scrittore che pubblica sotto lo pseudonimo di William Wilson, si trova a impersonare un detective privato di nome Paul Auster. Questo scambio di identità lo porterà alla pazzia, mentre indaga su un caso che lo coinvolge in teorie religiose e ossessioni.

In Fantasmi, Auster sopprime la divisione in capitoli e crea un testo unico che stordisce il lettore. I personaggi sono identificati con colori: Mr. Blue, Mr. White, Mr. Black. Mr. Blue, un investigatore privato, ha ricevuto l’incarico di tener d’occhio Mr. Black, che passa le sue giornate a leggere Walden di Henry David Thoreau.

In La stanza chiusa, il narratore, di cui non si conosce il nome, viene coinvolto nella scomparsa di un suo amico, Fanshawe, uno scrittore che ha lasciato la moglie da sola. Questo romanzo riprende elementi di Città di vetro e Fantasmi, creando un’ulteriore connessione fra i tre episodi della trilogia.

Temi ricorrenti e influenze letterarie

La scrittura di Auster è caratterizzata da una serie di temi ricorrenti, tra cui il caso, il destino, le coincidenze, la ricerca dell’identità, la perdita, la solitudine e il rapporto padre-figlio. Le sue opere sono spesso ambientate in un mondo inesplicabile, dominato dal caso, dove i personaggi si trovano a operare come parte di progetti imperscrutabili.

Auster è stato influenzato da numerosi autori, tra cui Edgar Allan Poe, Samuel Beckett, Herman Melville, Franz Kafka, Miguel de Cervantes e i trascendentalisti americani come Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson. La sua scrittura mette insieme elementi dell’esistenzialismo, della letteratura gialla e poliziesca, della psicoanalisi e del trascendentalismo.

Come ha affermato Michael Dirda nel New York Review of Books nel 2008, Paul Auster ha stabilito una delle nicchie più caratteristiche della letteratura contemporanea. Le sue trame, pur attingendo a storie di suspense, dalla narrativa esistenziale e dall’autobiografia, avvincono i lettori, ma a volte finiscono col lasciarli incerti su quello che hanno appena letto.

Per orientarsi fra testo e contesto

Paul Auster, nato il 3 febbraio 1947 a Newark, New Jersey, è stato uno dei più importanti scrittori americani del Novecento. La sua opera, caratterizzata da una profonda esplorazione dell’identità, del caso e della condizione umana, ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura mondiale. La sua scomparsa ha segnato la fine di un’era, ma la sua opera continua a vivere nei lettori di tutto il mondo, che si perdono nei meandri ambigui di New York, alla ricerca di un qualcosa che forse non troveranno mai. E proprio per questo motivo, la ricerca non smette di essere fondamentale.

Oltre alla Trilogia di New York, pubblicata da Einaudi nel 1996, lo stesso editore ha dato alle stampe Moon Palace nel 1997, Il libro delle illusioni nel 2003 e La musica del caso nel 2009. Questi romanzi danni uno spaccato della visione del mondo di Paul Auster e della sua capacità di raccontare vicende complesse e coinvolgenti. Per chi volesse conoscere anche aspetti più intimi dello scrittore, L’invenzione della solitudine, pubblicato da Einaudi nel 1993, è un testo autobiografico in cui Auster affronta il rapporto problematico con il padre e con la sua stessa identità.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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