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- Gli antropologi di Ayşegül Savaş si muove tra il desiderio di mettere radici e il cosmopolitismo visto come grande opportunità.
- Il romanzo segue Asya e Manu, i due protagonisti, lungo la loro ricerca di un senso di appartenenza.
- La loro condizione è quella di molti giovani di oggi, figli della globalizzazione, che si trovano a vivere lontano dalle loro famiglie.
Gli antropologi di Ayşegül Savaş, pubblicato da Gramma Feltrinelli a settembre 2025 con la traduzione di Gioia Guerzoni, ha ricevuto recensioni lusinghiere da parte di prestigiose testate come The New Yorker, Time Magazine, Vanity Fair e New York Magazine. Il libro, consigliato fra l’altro da Barack Obama, penetra nella condizione umana attraverso il punto di vista dei protagonisti. Anche se, leggendolo, nel suo snodare piattamente in un diario la vita quotidiana, ci si stupisce per tanto entusiamo.
La trama si concentra sulla vita di Asya e Manu, una giovane coppia di espatriati che si incontrano all’università. Entrambi lontani dai loro paesi d’origine, cercano di costruire una vita insieme in una città che non sentono ancora completamente propria. La narrazione, condotta dal punto di vista di Asya, documentarista, si sviluppa attraverso brevi capitoli che ospitano le sue considerazioni. Asya analizza la propria vita e quella di Manu come se fossero una tribù, nel tentativo di comprendere i loro rituali, le loro abitudini e le loro relazioni.
Chi sono davvero gli antropologi?
Il desiderio di trovare una casa, di mettere radici in un luogo, diventa il fulcro della ricerca della coppia. Ma cosa significa davvero “casa” per chi ha lasciato il proprio paese? Come si costruisce un’identità in un contesto di sradicamento e precarietà? Queste sono le domande che Savaş pone al lettore, elevando in qualche modo la vita quotidiana a oggetto di studio antropologico. Asya infatti osserva i gesti, le abitudini, le interazioni delle persone che incontra, provando a individuare un significato, un senso nascosto.
Questa prospettiva permette di guardare la realtà con occhi nuovi, di scoprire la bellezza e la complessità anche nelle cose più semplici. La visita di un appartamento, ad esempio, diventa un’occasione per considerare diverse possibilità di vita, per immaginarsi in altri panni. Ogni visita a un’abitazione si trasforma in un autentico atto di pura immaginazione, un tentativo di proiettarsi in avanti pur con una percezione confusa della meta.
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Gli antropologi in cerca di casa e di radici
La lontananza dalle famiglie d’origine accentua il senso di sradicamento e la necessità di costruire nuove forme di parentela. Asya e Manu si circondano di amici, vicini di casa, persone che condividono la loro condizione di espatriati, creando una rete che li aiuti a sentirsi meno soli. La creazione di rituali propri, che non appartengono a nessuna tradizione, diventa un modo per dare un senso di stabilità alla vita.
Gli antropologi si muove tra il desiderio di mettere radici e l’attrazione per il cosmopolitismo, tra il bisogno di appartenenza e la libertà di reinventarsi. Asya e Manu sono cittadini del mondo, capaci di adattarsi a contesti diversi, ma allo stesso tempo a caccia di un luogo che possano chiamare veramente “casa”.
La loro condizione è quella di molti giovani di oggi, figli della globalizzazione, che si trovano a vivere lontano dalle loro famiglie, in un mondo in continuo cambiamento. Un mondo in cui le identità sono fluide, le frontiere sono sempre più labili e le tradizioni sono messe in discussione.
Per orientarsi fra testo e contesto
L’opera di Ayşegül Savaş si focalizza su tematiche legate all’emigrazione, alla migrazione culturale e alla scoperta della propria identità in uno scenario globalizzato. La sua insistenza nel descrivere aspetti quotidiani con uno sguardo analitico evoca la penna di una scrittrice come Natalia Ginzburg, mentre l’universo di riferimento richiama un romanzo come Tutti i nostri segreti di Fatma Aydemir.
Uscito quest’anno in Italia per Fazi Editore, il libro si colloca sullo sfondo della Turchia, patria d’origine anche di Savaş e archetipo di un luogo in cui la tradizione deve fare i conti con la spinta irrefrenabile verso una mondialiazzazione sempre più irrefrenabile. Con la differenza che Asya e Manu rappresentano ne Gli antropologi la versione moderna dello sradicamento, mentre Hüseyin, uno dei personaggi di Tutti i nostri segreti, incarna la nostalgia della terra di provenienza.