E-Mail: [email protected]
- Katabasis di R.F. Kuang esce in Italia per Mondadori, portando con sé un carico di aspettative e di polemiche.
- Nel romanzo la discesa agli inferi è un’allegoria del sistema accademico contemporaneo, con gerarchie, culto del genio e precarietà.
- Le recensioni sono state contrastanti: alcuni critici hanno elogiato l’originalità dell’opera, altri l’hanno trovata prolissa.
Katabasis di R.F. Kuang approda in Italia, pubblicato da Mondadori, portando con sé un carico di aspettative e polemiche. Ambientato negli anni Ottanta, con la’università di Cambridge come sfondo, il romanzo si tuffa nel filone cosiddetto dark academia, narrando le avventure di due dottorandi in competizione, Alice Law e Peter Murdoch. Entrambi sono esperti di “analytic magick”, un campo che unisce logica, filosofia e pratiche incantatorie. La trama si complica quando il loro professore, Jacob Grimes, muore in uno strano incidente di laboratorio, spingendo i due protagonisti a intraprendere una discesa agli inferi per recuperare la sua anima e, soprattutto, la cruciale lettera di raccomandazione che potrebbe garantire la loro sopravvivenza nel competitivo mondo accademico.
Katabasis come discesa agli inferi
La discesa agli inferi raccontata da Kuang si discosta dall’immaginario dantesco, trasformandosi in un’allegoria del sistema accademico contemporaneo, con le sue gerarchie, il culto del genio e la precarietà. La trama si snoda attraverso corti infernali regolate da norme burocratiche eccessive, come se si trattasse di un manuale sulla dipendenza dal merito. Le prove che Alice e Peter devono affrontare mettono alla prova la loro ambizione e innescano contemporaneamente senso di colpa e bisogno di approvazione.
L’autrice indaga anche sulle origini del romanzo, concependo un oltretomba meno conforme alle aspettative del paradiso tradizionale, integrando nel testo suggestioni dantesche insieme alle tensioni del percorso di dottorato nell’epoca Reagan-Thatcher. La sua scrittura si articola perciò su due livelli: uno comico-satirico, con frecciate a bandi, peer review e relatori tossici; l’altro intimo, che Alice e Peter come corpi esausti e menti sotto assedio, giovani che hanno sacrificato la propria salvezza sull’altare dell’eccellenza.
- 📚 Katabasis: un'allegoria potente del sistema accademico... ...
- 🤔 Non mi ha convinto del tutto, troppe aspettative... ...
- 🤯 E se l'inferno fosse una cura? Un'analisi originale... ...
La stroncatura del Washington Post
Le recensioni su Katabasis sono state contrastanti. Alcuni critici hanno elogiato l’originalità dell’opera, la sua capacità di fondere fantasy mitologico, satira accademica, romanzo di formazione intellettuale e thriller. Altri, come Stephen Kearse sul Washington Post hanno trovato il libro prolisso e tedioso, oltre a stigmatizzare il sistema magico inventato dall’autrice come un’esibizione intellettuale più che un motore narrativo. Malgrado le obiezioni, Katabasis ha il merito di smascherare alcuni meccanismi che pongono la ricerca dell’eccellenza sulla sommità. Tanto che gli attestati di merito diventano l’oggetto primario del desiderio e l’accordo faustiano non è stretto con un’entità diabolica, bensì con l’istituzione stessa.
La discesa agli inferi diventa una forma di cura, un percorso per disintossicarsi dal sistema accademico e dal culto del merito. Si perdono pezzi per capire cosa resta, in un processo terapeutico che ricorda il tema della violenza sistemica nelle istituzioni già esplorato in Babel e ripreso nella satira sull’industria editoriale affrontata in Yellowface. Sul piano emotivo, infine, Kuang gioca con l’archetipo rivals-to-lovers in modo pudico, complicando la trama anziché risolverla.
Per orientarsi fra testo e contesto
Nel percorso letterario di R.F. Kuang, Katabasis appare contemporaneamente come un punto di svolta e un elemento di coerenza. L’opera sembra segnare un momento di cambiamento, pur rimanendo in linea con i suoi libri precedenti. Condivide con Babel l’ambizione intellettuale e la critica alle istituzioni, ma adotta un tono più giocoso e visionario. Rispetto a Yellowface, ad esempio, Katabasis costruisce una mitologia personale intorno al tema dell’ossessione, spostando il conflitto su un piano simbolico. L’autrice si allontana dal trauma storico per concentrarsi sulla microfisica del potere accademico e creativo, raccontando la caduta non di un impero, ma di un’identità.
Katabasis è un romanzo ambizioso e controverso, la cui forza risiede nell’idea di trasformare la lettera di raccomandazione in un oggetto magico, simbolo del potere e della dipendenza che tuttora permeano il mondo accademico. Il doppio registro stilistico, che alterna satira e sentimento, e l’uso del mito come strumento di diagnosi contemporanea, rendono l’opera originale. Tuttavia, spesso il romanzo rischia di perdere compattezza, fino trasfore l’ambizione in dispersione.