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- L’annuncio del possibile ritiro di László Krasznahorkai, premio Nobel per la Letteratura 2025, è probabilmente un’operazione di marketing.
- Bompiani, la casa editrice italiana che pubblica Krasznahorkai dal 2016, ha avviato una massiccia ristampa delle opere in seguito all’assegnazione del Nobel.
- Nel frattempo, ritiro o meno, è prevista nel 2026 la pubblicazione in Italia del suo ultimo romanzo dal titolo Panino non c’è più.
László Krasznahorkai, insignito del Premio Nobel per la Letteratura 2025, potrebbe ritirarsi dalla scrittura. O forse no. Le voci si riconcorrono senza alcun fondamento. L’annuncio è stato diffuso da Andrea Giunti, amministratore delegato del gruppo Giunti Editore, di cui fa parte Bompiani, l’editore che ha pubblicato finora in Italia le opere di Krasznahorkai.
Se già l’assegnazione del Nobel aveva ridato notorietà a un autore altrimenti sconosciuto al grande pubblico, figurarsi la notizia del suo presunto abbandono dal panorama letterario. Librerie e distributori, che hanno registrato un’impennata nelle richieste dei suoi libri, si stanno sfregando le mani. La Bompiani, nel frattempo, ha avviato una massiccia ristampa dell’intero catalogo italiano dello scrittore per soddisfare la crescente domanda.
Il catalogo Bompiani di Krasznahorkai
I libri di Krasznahorkai pubblicati in Italia da Bompiani includono sette titoli: Satantango (2016), Melancolia della resistenza (2018), Il ritorno del Barone Wenckheim (2019), Guerra e guerra (2020), Herscht 07769 (2020), Seiobo è discesa quaggiù (2021) e Avanti va il mondo (2024).
Andrea Giunti ha presentato Krasznahorkai come un autore impegnativo, uno scrittore complesso destinato a lettori esigenti, ma allo stesso tempo lo ha paragonato a un colosso letterario, un «Kafka post-sovietico con la tenerezza di Charlie Chaplin». Ha messo in luce come, nonostante i suoi personaggi siano immersi in contesti alienanti e disumanizzanti, essi riescano sempre a conservare un aspetto divertente, poetico e profondamente umano.
- Che peccato la sua dipartita, un gigante che ci lascia orfani... 😢...
- Krasznahorkai addio? Forse è una trovata pubblicitaria... 🤔...
- Kafka post-sovietico? Forse è più vicino a noi di quanto pensiamo... 💡...
L’impatto di Krasznahorkai sulla letteratura
Krasznahorkai ha avuto un impatto significativo sulla letteratura contemporanea, influenzando numerosi scrittori e artisti in tutto il mondo. La sua capacità di fondere tragedia e ironia, di costruire mondi che riflettono le contraddizioni del nostro tempo, ha toccato corde universali, poiché spazia dalla fragilità alla solitudine, fino alla resistenza dell’essere umano di fronte al caos della storia.
La critica ha etichettato Krasznahorkai come un “maestro ungherese dell’apocalisse”, una definizione che l’autore stesso ha fatto propria sostenendo che l’apocalisse costituisce lo stato abituale della nostra epoca. I suoi testi, densi e impegnativi, cercano di fare emergere la precarietà e l’isolamento dell’individuo contemporaneo. Le sue storie infatti si svolgono sovente in ambienti desolati e in rovina, dove i personaggi lottano per trovare un significato in un universo che appare privo di senso.
L’ultimo romanzo di László Krasznahorkai
Nonostante la prospettiva del suo possibile ritiro, i lettori italiani avranno ancora la possibilità di immergersi nell’universo letterario di Krasznahorkai. Bompiani, oltre alle opere già in catalogo, pubblicherà nel 2026 un nuovo romanzo dell’autore, intitolato Panino non c’è più. Questa uscita dovrebbe tenere alta l’attenzione sullo scrittore nato in Ungheria nel 1954, rinomato per la sua prosa intensa e visionaria, contraddistinta tuttavia da periodi lunghi e di non facile lettura.
Considerato dagli addetti ai lavori come il più eminente scrittore ungherese vivente, Krasznahorkai ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Man Booker International Prize. La sua opera, ostica e complessa, tocca temi come la decadenza, il caos e l’alienazione, ambientati in contesti apocalittici. Non proprio una lettura della domenica, motivo per cui l’ipotesi del suo abbandono è facile che sia una trovata dettata dal marketing.
Per orientarsi fra testo e contesto
L’annuncio del possibile ritiro di László Krasznahorkai dalla scrittura ha innescato una sorta di corsa all’accaparramento dei titoli disponibili. In più, la prevista pubblicazione del suo (ultimo?) romanzo ha aumentato le attese suscitate dopo la proclamazione del Nobel. La vicenda è emblematica di un mercato in cui i lettori sono spesso colpiti da un gossip che poco ha a che fare con la qualità di un testo.
Ben venga, comunque, anche questa sollecitazione, se spinge le persone a prendere o riprendere in mano un libro. Vogliamo comunque tranquillizzare tutti coloro che temono che Krasznahorkai lascerà cadere la penna. Si tratta di una boutade che sarà facilmente smentita dai fatti. E, anche se non lo fosse, è sufficiente quanto già scritto dall’autore finora per farsi un’idea esaustiva del suo stile e della sua narrativa.