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- Le assaggiatrici di Rosella Postorino, da cui il regista Silvio Soldini ha tratto l’omonima pellicola, sarà al centro di un incontro al Salone del libro 2025.
- Il romanzo si ispira alla storia vera di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di Adolf Hitler.
- Il film, ambientato nella Germania nazista del 1943, narra le vicende di Rosa Sauer, costretta insieme ad altre sei donne ad assaggiare i cibi destinati al Führer per scongiurare il rischio di avvelenamento.
Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli, 2018), romanzo vincitore del premio Campiello 2018, sarà protagonista al prossimo Salone del libro di Torino. L’occasione nasce dall’uscita, il 27 marzo 2025, dell’omonima pellicola diretta da Silvio Soldini.
L’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello ha deciso infatti di dedicare un evento speciale che vedrà la partecipazione del regista Silvio Soldini, della produttrice Cristiana Mainardi e della scrittrice Rosella Postorino. L’incontro – domenica 18 maggio alle ore 16:15 nella Sala Blu del Lingotto – si focalizzerà proprio sull’adattamento cinematografico del romanzo di Rosella Postorino.
La scoperta delle assaggiatrici di Postorino
L’avventura di portare Le assaggiatrici sul grande schermo è iniziata con una lettura appassionata del romanzo da parte di Silvio Soldini, avvenuta su un treno, ancor prima che il libro si aggiudicasse il Premio Campiello nel 2018. Un lungo percorso di produzione, durato sei anni, si è reso necessario per arrivare a questo risultato, che rappresenta un debutto di Soldini nel genere dei film in costume.
Il film, in linea con il libro, si ispira a un racconto autentico rimasto nascosto per decenni, precisamente fino al 2012, quando Margot Wölk, alla veneranda età di 95 anni, rivelò di essere stata una delle giovani donne tedesche obbligate a testare i cibi destinati ad Adolf Hitler. La sua testimonianza, rilasciata in un’intervista pubblicata il 2 aprile 2013 su Der Spiegel, ha scosso le coscienze e ha costituito la base per il romanzo di Rosella Postorino.
La trama del film di Silvio Soldini
La pellicola si dipana attraverso le vicende di Rosa Sauer, impersonata da Elisa Schlott, una giovane donna berlinese che, nell’autunno del 1943, cerca rifugio presso i suoceri nella Prussia Orientale per scampare ai bombardamenti. Tuttavia, la sua esistenza subisce una svolta inattesa quando viene arruolata dalle SS per diventare una delle assaggiatrici di Hitler. Insieme ad altre sei donne, Rosa è forzata a mettere a repentaglio la propria vita quotidianamente, assaggiando le pietanze dirette al Führer per prevenire il pericolo di avvelenamento.
La sceneggiatura del film è il risultato del lavoro di Cristina Comencini, Giulia Calenda e Ilaria Macchia, con la collaborazione dello stesso Soldini, Doriana Leondeff e Lucio Ricca. Il regista ha evidenziato la rilevanza del casting, che si è avvalso di attori tedeschi per assicurare veridicità e autenticità alla narrazione.
Le assaggiatrici di Postorino, tra paura e complicità
Le assaggiatrici lancia uno sguardo inedito sulla quotidianità nella Germania nazista, attraverso le esperienze di un gruppo di donne costrette a vivere in una situazione di costante pericolo. La loro paura di morire è tangibile, ma tra le assaggiatrici si sviluppano anche legami di solidarietà e complicità. Ciò non toglie che la diffidenza sia sempre presente, alimentata dalla consapevolezza che ogni passo falso potrebbe essere letatle.
La protagonista, in particolare, si trova a vivere un conflitto interiore lacerante. Da un lato, è tormentata dalla paura di morire e dal desiderio di ricongiungersi al marito, impegnato al fronte. Dall’altro, si sente attratta da un ufficiale delle SS, interpretato da Max Riemelt, con il quale intraprende una relazione proibita e carica di tensione emotiva.
Il film mette in scena le dinamiche psicologiche delle protagoniste, obbligate a confrontarsi con la propria fragilità e con la necessità di sopravvivere in un contesto disumano. La regia di Soldini si concentra sui dettagli, sulle espressioni dei volti, sui silenzi carichi di significato, per trasmettere allo spettatore la sensazione di spaesamento e impotenza che pervade le assaggiatrici.
Le assaggiatrici e il confronto con il presente
Le assaggiatrici non è solo un film storico, ma anche una riflessione sul presente. Soldini invita lo spettatore a interrogarsi sulle similitudini tra il passato e la situazione attuale, tra la follia genocida del nazismo e le ipocrisie del mondo contemporaneo. Il film solleva interrogativi sulla responsabilità individuale, sulla capacità di adattamento dell’essere umano e sulla necessità di non dimenticare gli orrori del passato.
Il regista ha dichiarato di essere stato colpito dalla capacità delle assaggiatrici di abituarsi alla paura di morire, trasformando il rischio in una routine quotidiana. Questo meccanismo di difesa, secondo Soldini, è presente anche nella società contemporanea, dove spesso si tende a rimuovere i pericoli e le minacce per poter sopravvivere.
La pellicola è stata girata in lingua tedesca, anche se per le riprese è stata scelta la Val Venosta, un luogo che ha fortemente contribuito a ricreare l’ambientazione lugubre e opprimente della Germania nazista. Con un budget di sei milioni di euro, ha già riscosso un notevole successo a livello internazionale, visto che i diritti sono stati già venduti in oltre cinquanta paesi.
Per orientarsi fra testo e contesto
Le assaggiatrici si inserisce in un filone cinematografico che ha affrontato il tema del nazismo da diverse prospettive, spesso concentrandosi sulle vittime della Shoah o sui carnefici del regime. Il film di Soldini, invece, sceglie di raccontare una storia meno nota, ma che contribuisce a far capire ancora meglio l’atmosfera di quegli anni terribili.
Il film, come il romanzo, è anche un modo per dare voce a tutte le donne dimenticate dalla storia. Soldini non è nuovo a questi temi. Il suo documentario Un altro domani si occupa di violenza domestica, mostrando come il corpo femminile sia ancora oggi oggetto di sopraffazione, analogamente a quello che accade per le assaggiatrici. L’evento al Salone del libro sarà anche l’occasione per celebrare i 25 anni dalla vittoria di Pane e tulipani al David di Donatello.
L’appuntamento al Salone permetterà anche di conoscere Rosella Postorino che, oltre a Le assaggiatrici, ha pubblicato numerosi altri romanzi, tra cui La stanza di sopra (2007), L’estate che perdemmo Dio (2009), Il corpo docile (2013), Il mare in salita (2011), Mi limitavo ad amare te (2023) editi da Feltrinelli. Ha scritto anche libri per ragazzi, come Tutti giù per aria (2019), Io, mio padre e le formiche (2022) e Piangiolina (2024). La sua opera più recente si intitola Nei nervi e nel cuore (Solferino).
Articolo pubblicato il 5 aprile e aggiornato il 15 maggio 2025