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Queer Guadagnino aprile def

«Queer» di Guadagnino da aprile nei cinema: le differenze dal libro

Il regista ha portato sul grande schermo una delle opere più controverse dello scrittore americano. Non mancano critiche, tuttavia, sulla sua versione rispetto all’originale.
  • Il film «Queer», presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, è un adattamento del romanzo di William S. Burroughs.
  • Daniel Craig interpreta William Lee, un alter ego di Burroughs, in un viaggio che lo porta da Città del Messico a Panama.
  • La tecnica del cut-up di Burroughs è ampiamente ripresa nel film, così da offrire una prospettiva unica sulla narrazione.
  • In Italia è uscito nelle sale il 17 aprile 2025, sucitando reazioni contrastanti per il suo approccio all’opera di William S. Burroughs.

Queer, il film di Luca Guadagnino presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, è uscito il 17 aprile 2025 nelle sale italiane. Durante lo stesso mese il regista lo ha promosso insieme a Daniel Craig, che interpreta il ruolo principale. La presenza dell’attore da Fabio Fazio nella puntata di Che tempo che fa del 30 marzo si spiega così.

Come noto, Queer è un adattamento fedele del romanzo omonimo di William S. Burroughs. Ambientato nel Messico di fine anni Quaranta, il film è stato girato a Cinecittà e si avvale del contributo di alcuni degli storici collaboratori del regista, tra cui lo sceneggiatore Justin Kuritzkes, i musicisti Trent Reznor e Atticus Ross, e lo stilista Jonathan Anderson.

La genesi del romanzo Queer

Scritto tra il 1951 e il 1953, Queer è il secondo romanzo di Burroughs, pubblicato solo nel 1985 a causa della sua natura scandalosa per l’epoca. Il libro è una sorta di sequel di Junky e racconta la storia di William Lee, un personaggio semi-autobiografico che riflette le esperienze dell’autore con la dipendenza da droghe. La trama segue Lee mentre cerca di sedurre il giovane Eugene Allerton in un viaggio che li porta da Città del Messico a Panama. Il viaggio, lungo il quale locali sordidi si alternano a incontri con personaggi ambigui, offre uno spaccato del nerissimo humour di Burroughs.

Il film parla di un uomo sopraffatto da una dipendenza pressante e da un profondo senso di vuoto, che tenta con ostinata tenacia di conquistare Allerton, giovane ex marine dalla fredda emotività. L’ambientazione, oltre che avvenire nel Messico del dopoguerra, affonda nelle intricate profondità della mente del protagonista. Non a caso infatti Queer indaga sulla solitudine, sul desiderio non corrisposto e sull’identità in un’era segnata da conformismo e repressione.

Cosa ne pensi?
  • Un capolavoro visivo che cattura l'essenza di Burroughs... 🎥✨...
  • La rappresentazione di Lee lascia molto a desiderare... 😕...
  • L'uso della tecnica del 'cut-up' apre nuove prospettive... 📚✂️...

Il significato di “queer” e la tecnica del cut-up

Il termine “queer”, suggerito dall’amico Jack Kerouac, era originariamente sinonimo di “eccentrico” e “insolito”. Negli ultimi decenni, è stato adottato dalla comunità LGBTQ+ per indicare una persona che non vuole definire la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale. Burroughs, che ha sempre rifiutato di identificarsi come gay, ha trovato in questo termine un titolo perfetto per il suo romanzo. Queer è anche il primo esempio dell’uso della tecnica del cut-up da parte di Burroughs, un metodo di scrittura che consiste nel tagliare e ricomporre pagine di altri autori per creare un nuovo testo.

Spazi deserti e bar decadenti fungono da specchio per lo stato di isolamento e la ricerca di un senso del protagonista. Guadagnino si addentra nella psiche di Lee, andando oltre la superficie letteraria per dare ulteriore spessore al personaggio e al suo rapporto con Allerton. Le sfumature e i momenti di silenzio tra i personaggi assumono un ruolo centrale nella storia. Come mostrato in Chiamami col tuo nome, Guadagnino utilizza la macchina da presa per immortalare desiderio e dolore con un’estetica simile alla pittura, impiegando luce e colori come strumenti di narrazione.

Il film di Guadagnino: trama e cast

Nel film, come del resto nel libro, William Lee è un americano che vive a Città del Messico per sfuggire a una condanna per consumo di droga e per trovare un ambiente più tollerante verso la sua omosessualità. Lee alterna momenti di lucidità a gravi crisi di astinenza e trascorre le sue giornate in locali infimi. La sua ossessione per Eugene Allerton, interpretato da Drew Starkey, lo porta a un viaggio nel cuore dell’Amazzonia alla ricerca dello Yage, una droga leggendaria. Il cast include anche Omar Apollo, Lesley Manville e Jason Schwartzman, ognuno dei quali aggiunge profondità e complessità alla narrazione.

Burroughs stesso aveva definito la sua opera come una narrazione “amara”, centrata sulla miseria e la schiavitù della dipendenza, ma vista anche come un prologo alla sua successiva grande opera, Il pasto nudo. Contrariamente al film, il romanzo si distingue per un modo di scrivere frammentato e diretto, dedicando meno attenzione all’ambiente visivo e più spazio al flusso di pensieri del protagonista. Il libro è pervaso anche da un linguaggio schietto e provocatorio, che Burroughs utilizza per criticare le convenzioni sociali del periodo.

Dalla pagina allo schermo: un adattamento calligrafico?

Il romanzo Queer ha precorso il sentire e lo stile della Beat Generation, influenzando in modo sostanziale la letteratura americana. Ecco perché Queer è un’opera piena di esagerazioni, ossessioni e dipendenze.

Guadagnino, stregato dal romanzo fin dalla gioventù, ha tentato di tradurne l’essenza sullo schermo. Tuttavia, l’adattamento ha ricevuto critiche per il suo approccio manieristico e troppo rifinito. La struttura narrativa del film, al contrario del ritmo allucinato e incalzante del romanzo, si rivela schematica e forzata. Ad esempio, le scene riguardanti l’ayahuasca e la conclusione, nonostante un impatto visivo notevole, appaiono eccessivamente levigate e ripetitive. La ricostruzione del Messico e della giungla sudamericana negli studi di Cinecittà contribuisce a generare un’atmosfera artificiale, distante dalla crudezza e dallo squallore che caratterizzano l’opera di Burroughs. Manca, secondo alcuni critici, quel senso di allucinazione buia e vischiosa che David Cronenberg ha saputo rendere così efficacemente ne Il pasto nudo (1991).

Justin Kuritzkes, chi è lo sceneggiatore di Queer?

Justin Kuritzkes nel 2024 ha firmato la sceneggiatura sia di Challengers sia di Queer. La prima è stata in lizza per la miglior sceneggiatura ai Critics’ Choice Awards, mentre Queer è stato inserito tra i dieci migliori film del 2024 dal National Board of Review. Kuritzkes stesso ha spiegato il legame tra i due film. L’origine di questa connessione risale al set di Challengers, quando Guadagnino gli propose di leggere e adattare Queer. Il processo creativo è stato fulmineo. Kuritzkes ha iniziato a scrivere la sceneggiatura durante le riprese di Challengers e l’ha completata in sole due settimane. A distanza di ventuno giorni, Daniel Craig ha ottenuto la parte di William Lee, figura centrale del film e rappresentazione alternativa dell’autore che diede vita alla Beat Generation.

Kuritzkes ha rivelato di essere rimasto sorpreso dalla semplicità della storia d’amore al centro di Queer, pur riconoscendo la complessità psicologica dei personaggi e la loro difficoltà nel trovare una connessione autentica. Ha inoltre sottolineato come Burroughs, solitamente percepito come uno scrittore austero e distaccato, in Queer riveli un lato tenero e vulnerabile. Un aspetto particolarmente interessante dell’adattamento di Kuritzkes è la riscrittura del finale. Il romanzo di Burroughs si conclude bruscamente, lasciando il lettore con un senso di incompiutezza. Kuritzkes, in accordo con Guadagnino, ha scelto di dare alla storia una conclusione più definita, meno rimessa all’interpretazione dello spettatore.

Per orientarsi fra testo e contesto

Queer di Luca Guadagnino è un’opera che, sulla scorta dell’originale, si occupa di temi come la dipendenza, l’ossessione e la ricerca di connessioni umane autentiche. Il film, con la sua atmosfera onirica e le sue sequenze visivamente potenti, offre una rappresentazione psicanalitica del rimorso e della solitudine. Per i lettori occasionali, un consiglio di lettura correlato potrebbe essere Il pasto nudo di Burroughs, un altro romanzo che si focalizza su argomenti analoghi, da cui nel 1991 David Cronenberg ha tratto l’omonimo film. Per i lettori più esperti, potrebbe essere interessante approfondire la tecnica del cut-up di Burroughs, magari leggendo The Third Mind, un libro scritto dall’autore statunitense insieme a Brion Gysin che esplora questa tecnica in dettaglio.

Articolo pubblicato il 4 settembre 2024 e aggiornato il 19 aprile 2025

Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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