La lirica di Rossella Scaramuzza fatta di mare e di corallo

Rossella Scaramuzza ha presentato la sua opera prima, Fondali di corallo (Bertoni Editore, 2025) in occasione dell’ultimo Salone internazionale del Libro di Torino. Un debutto che segna l’ingresso di una nuova voce nel panorama poetico italiano. La poesia di Scaramuzza, come evidenziato dal giornalista radiofonico Enrico Tribbioli durante la presentazione del libro il 16 maggio scorso, scava nei recessi dell’anima con la sensibilità di chi ha imparato a convivere con il dolore e la bellezza.

Nell’opera, l’elemento marino assume un ruolo preminente, fungendo da emblema per una comunicazione incessante con l’altro, con il proprio io interiore, con le reminiscenze e con l’affetto. I versi sono stati descritti come istintivi, vibranti e a tratti commoventi. Una lirica che non rifugge dal palesare le proprie sofferenze, ma le converte in un’esperienza condivisibile.

Il corallo di Rossella Scaramuzza

Nella prefazione al libro, il poeta e critico cinematografico Bruno Mohorovich sottolinea come «i fondali di corallo di Rossella Scaramuzza ci invitano a immergerci in un mondo di emozioni profonde e stratificate, come i fondali che ispirano il titolo. Il corallo è qui a simboleggiare un ritorno ai ricordi, un ricercare in esso la vita; quella vita che s’intrude di acquamarina, la quale si posa e ritrae per poi sempre ritornare, magari mai uguale a se stessa, ma recando a riva scorie e storie del tempo e nel tempo». In questo quadro, il corallo incarna la rievocazione dei ricordi, una ricerca della vitalità nel passato. Un passato che, come l’acqua marina, si ritira e ritorna, portando con sé le scorie e le storie del tempo.

Mohorovich descrive la raccolta come un viaggio sofferto nell’intimo dell’autrice, che si rappresenta come una naufraga che conosce i venti, ma che da essi si lascia scompaginare in un caleidoscopio di sentimenti. Ogni verso, ogni parola, trasuda l’angoscia di un vivere vissuto e non vissuto, trovando una sorta di pace nel perdersi nell’infinito del mare. L’acqua, elemento purificatore, lambisce e avvolge l’autrice, lasciandola intrisa di sé in un continuo gioco di richiami dolci e salati.

Un lessico denso di immagini e significati

Un aspetto distintivo della poesia di Rossella Scaramuzza è la scelta accurata del lessico. Come evidenziato da Mohorovich, i suoi vocaboli non sono mai semplici, ma ricchi, intrisi di immagini, dolori e speranze. Ogni componimento è modellato in forme e colori che si elevano, intensificando una scelta di aggettivi che esprime il lamento di un corpo dolente. La sua è una poesia che non teme di affrontare le zone d’ombra dell’esistenza, una poesia che trasforma il dolore in arte.

Fondali di corallo si configura come un viaggio attraverso le emozioni e i ricordi che ci plasmano. La poesia di Scaramuzza, con la sua intensità e il suo linguaggio evocativo, si offre come uno specchio in cui il lettore può riconoscere le proprie fragilità e la propria forza.

Per orientarsi fra testo e contesto

L’opera di Rossella Scaramuzza coniuga l’introspezione personale con una visione universale dell’esistenza. La scelta del mare come elemento centrale di Fondali di corallo richiama la tradizione letteraria che vede in questo elemento un simbolo di infinito, di cambiamento e di rinascita.

Per chi volesse scoprire o riscoprire libri che hanno al centro il mare, il consiglio è quello di leggere un classico come Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese (Adelphi, 2008), un romanzo che affronta il tema della perdita e della memoria attraverso la figura del mare. Oppure, si può sempre tornare su Alda Merini, una poetessa che ha saputo trasformare il dolore in arte con una forza espressiva unica.