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L’isola, tra selve e memoria, di Umberto Piersanti

L’antologia «L’isola tra le selve» del poeta marchigiano si muove attorno a temi centrali come quelli della madre e degli affetti più cari, quasi una bussola per il lettore.
  • L’antologia L’isola tra le selve di Umberto Piersanti (Marcos Y Marcos, 2025) raccoglie una selezione dei versi del poeta marchigiano.
  • La poesia di Piersanti è costellata di svolte memoriali, trasformando il passato in sensazioni vive, come i fiordalisi che ritornano a fiorire.
  • La componente narrativa è spesso preponderante, affiancata da un uso marcato del monologo.

La poesia di Umberto Piersanti si rivela in tutta la sua intensità nell’antologia L’isola tra le selve (Marcos Y Marcos, 2025), un volume che raccoglie una selezione dei suoi versi. Come affermava Friedrich Hölderlin, «Tutto è intimo», e questa intima connessione tra il mondo interiore e la realtà esterna è palpabile in ogni verso di Piersanti. Il paesaggio, le stagioni, la natura rigogliosa delle colline delle Cesane, i volti familiari della madre e del figlio, tutto confluisce in una poesia che celebra l’armonia tra il dentro e il fuori.

Il titolo, tratto da una delle poesie più evocative dell’autore, L’isola tra le selve, assume un significato emblematico, quasi una bussola che orienta il lettore nel labirinto delle emozioni e dei ricordi. Quest’isola, circondata da fitte selve, rappresenta un luogo dell’anima, un’Itaca interiore verso cui il poeta incessantemente viaggia, ripercorrendo i sentieri dell’infanzia, della giovinezza e della maturità. Un viaggio a ritroso nel tempo, scandito dal ritmo altalenante della memoria, che gioca un ruolo fondamentale nella tessitura dei versi.

Gli squarci sul passato di Umberto Piersanti

Tu sai che la memoria
trascolora i giorni
e in parte muta,
che nell’infanzia cerchi
l’Eden che ti spetta,
Eden che solo nella memoria
ha la dimora

La poesia di Piersanti è costellata di svolte memoriali, di improvvisi squarci sul passato che si trasformano in sensazioni vive e pulsanti. Anche quando il ricordo svanisce, qualcosa permane, una traccia che si riaffaccia inattesa, come i fiordalisi che ritornano a fiorire in un brano di terra caro al poeta. Questo continuo dialogo tra passato e presente, tra realtà e metafisica, conferisce alla sua opera una suggestiva forza evocativa.

Un sentimento di filiale pietas pervade i versi dedicati alla madre, figura centrale nella sua poetica. La madre è ricordata con una sacralità laica, immersa in un’aura di gentilezza e di grazia. I ricordi dell’infanzia, le immagini nitide di un tempo lontano, si trasformano in una liturgia intima, celebrata sull’altare della vita. Anche quando la madre non è più fisicamente presente, la sua essenza continua a vibrare nei luoghi che un tempo la videro protagonista, come un’eco che risuona nel cuore del poeta.

Le liriche di Piersanti dedicate al figlio

Altrettanto intenso è il legame che emerge dalle liriche dedicate al figlio, un amore filiale che si manifesta nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, nel tempo condiviso. Il figlio è visto crescere, cambiare, ma il suo sguardo rimane lo stesso, intatto, immune allo scorrere del tempo. Un amore che si fa eterno, che trascende i confini della vita e si proietta in una dimensione senza tempo.

I dettagli, i fatti, le situazioni si susseguono in un flusso continuo, rivelando il modulo tipico piersantiano dell’autobiografia. Le occasioni di vita e i ricordi si traducono in una processione di immagini calde e avvolgenti, composte con un ritmo melodico e narrativo, che cattura il lettore e lo trasporta in un mondo di emozioni e di sensazioni.

I meriti dell’antologia L’isola delle selve

L’antologia L’isola delle selve ha il merito di risvegliare il verbo poetico, di riportarlo alla luce dalle profondità della coscienza, attraverso l’abbandono al flusso mnestico-sensoriale. Un breviario poetico che modula in misure cantabili temi tutt’altro che leggeri, attraverso la scansione ritmico-musicale dei versi minori del novenario.

L’ora serale del tramonto, un topos della lirica moderna, trova in Piersanti una risonanza particolare, una stimmung elettiva che si manifesta in immagini suggestive e malinconiche. La poesia di Piersanti, inizialmente densa e dinamica, si placa gradualmente fino a raggiungere una quiete pensosa.

Il raccontare in versi è il frutto di un compromesso, un modo per evitare che la poesia si riduca al silenzio o a una sorta di autolimitazione. Sul piano della “voce” poetante, Piersanti si rifugia sotto le spoglie di un Io “travestito”, un Io che parla di sé parlando d’altro, che finge di parlare di sé per parlare d’altro. Sul versante dei contenuti, si assiste a un discendere al basso, alla quotidianità, nei suoi aspetti familiari e privati, e allo stesso tempo a un uscire dalla psiche verso le cose, i fatti, gli accidenti concreti.

Dall’aurora al tramonto, la vita secondo Piersanti

Anche l’aurora, al pari del tramonto, rappresenta un momento cardine nella lirica di Piersanti, un tema ricorrente con un suo bagaglio costante di spunti. Forme metriche aperte e chiuse, versificazione tendenzialmente regolare, una pronuncia ferma e perspicua, quasi eloquente, una terminologia osservabile nell’ossessiva precisione con cui usa la nomenclatura ornitologica e botanica, sono gli elementi di una veste formale che sembrerebbe aliena da velleità sperimentali, quasi compiaciuta del carico di tradizione linguistica che avvolge una materia prosaica, dimessa, equamente distante da accensioni sublimi e da cadute troppo realistiche.

In numerose liriche, l’esistenza, la vita di tutti i giorni e le sue urgenze trovano corrispondenza nella natura visitata e descritta nei suoi minimi dettagli, quella specifica geografia, quel vasto lembo di terra che lo ha visto bambino, poi adulto e residente. Qui si manifesta l’impatto del reale e, parallelamente, una lucentezza simbolica, schiva e celata, che non riesce a palesarsi in piena luce, figura di un mondo che aspira a svelarsi. Si crea un gioco di contrasti tra tenebra e luminosità, tra chiaro e scuro, delineato da sfumature simboliche e orientato verso l’immagine di un’infanzia vivida ma irrimediabilmente perduta, e se offuscata, riflessa nel suo candore originario.

Umberto Piersanti, una poesia “narrativa”

Per quanto riguarda le risonanze tematiche profonde, le immagini delle Cesane e le stelle assumono un valore consolatorio, ma anche simboli di fermezza e continuità sotto le quali si dipana un’esistenza esiliata, geograficamente incerta. Esse costituiscono punti fermi, riferimenti al proprio luogo d’origine. Continua a vivere l’idillio in cui il poeta esprime, quasi in un incantesimo, la felicità di ritrovare il senso della natura, ovvero della poesia come spazio dell’Io e come forma privilegiata del canto stilisticamente elevato; dall’altro lato, il realismo, inteso come letteratura quale interpretazione e rappresentazione del mondo.

Tutti questi elementi topici vengono impiegati in chiave moderna per ottenere un effetto prosaico. La nostalgia scaturisce dalla privazione, e non può che essere nostalgia per la vita quotidiana, per i piccoli eventi, per le microstorie da cui emanano gli aromi di un’epoca trascorsa. Nelle sue poesie, la componente narrativa è preponderante. Sebbene possedesse materiale per una novella in prosa, Piersanti opta per la costruzione di una poesia che è in parte lirica nel senso tradizionale del termine, ma anche narrazione in versi.

Questo non è un caso isolato nella sua produzione, non particolarmente vasta, tanto da poter affermare che la narratività rappresenta una delle caratteristiche distintive del suo approccio poetico. Spesso, inoltre, la propensione al racconto si affianca, o meglio, si basa su un uso marcato del monologo.

Il libro, l’antologia, si muove in un equilibrio tra l’aspetto prosaico, la musicalità e l’alternanza di lessico elevato e umile. Senza trascurare la semplicità della sintassi, l’uso frequente del dialogo e di figure retoriche basate sulla ripetizione che conferiscono una misurata melodia. Tuttavia, in lui si riscontra una radicalità che lo differenzia dagli altri poeti del secondo Novecento. È una radicalità di natura psicologica e ideologica che si traduce, a livello espressivo, in una voce più incisiva e risentita, in contrasti tonali più marcati, e in una gestione più intensa del rapporto tra sogni, ricordi, tradizioni, umanità, passioni e vitalità.

I temi centrali dell’opera di Piersanti

L’opera di Umberto Piersanti si snoda attraverso una serie di temi ricorrenti, che costituiscono l’ossatura della sua poetica. Il rapporto con la terra natale, le Cesane, è uno di questi. La natura, descritta con minuzia di particolari e con un linguaggio preciso e ricercato, diventa uno specchio dell’anima, un luogo in cui il poeta si rifugia per ritrovare se stesso.

Un altro tema centrale è quello della memoria, intesa come strumento per riappropriarsi del passato e per dare un senso al presente. I ricordi dell’infanzia, le figure familiari, i luoghi cari, riemergono con forza dai versi di Piersanti, creando un universo poetico denso di emozioni e di suggestioni.

Anche il tema della perdita è molto presente nella sua opera. La perdita degli affetti, la perdita dell’innocenza, la perdita del tempo che passa, sono tutte esperienze che segnano profondamente l’animo del poeta e che si traducono in versi malinconici e struggenti.

Infine, un tema che attraversa tutta la sua produzione è quello della ricerca di un senso, di una verità ultima che possa dare un significato all’esistenza. Una ricerca che si manifesta attraverso un continuo interrogarsi sul mondo, sulla natura umana, sul destino dell’uomo.

Lo stile inconfondibile di Umberto Piersanti

Lo stile di Umberto Piersanti è caratterizzato da una sintesi originale tra tradizione e innovazione. Da un lato, egli si rifà alla tradizione lirica italiana, utilizzando forme metriche classiche e un linguaggio elegante e raffinato. Dall’altro, sperimenta nuove forme espressive, introducendo elementi di prosa e di narrazione all’interno dei suoi versi.

Un’altra caratteristica del suo stile è l’attenzione al dettaglio, la cura maniacale per la precisione linguistica. Piersanti utilizza un linguaggio ricco e variegato, che spazia dal lessico colto e ricercato al linguaggio popolare e dialettale.

Infine, il suo stile è caratterizzato da una forte musicalità, da un ritmo interno che rende i suoi versi particolarmente piacevoli all’ascolto. Una musicalità che nasce dalla sapiente combinazione di suoni, di parole, di immagini.

Per orientarsi fra testo e contesto

Umberto Piersanti, nato a Urbino nel 1941, ha dedicato la sua vita alla letteratura, spaziando dalla poesia alla narrativa, dalla critica al cinema. La sua opera, vasta e articolata, è un esempio di coerenza e di impegno intellettuale. Oltre alle opere già citate, è importante ricordare i suoi romanzi L’uomo delle Cesane (Camunia, 1994), L’estate dell’altro millennio (Marsilio, 2001), Olimpo (Avagliano, 2006) e Cupo tempo gentile (Marcos y Marcos, 2012), che testimoniano la sua capacità di raccontare storie e di creare personaggi indimenticabili.

La sua poesia, in particolare, si distingue per la sua capacità di coniugare la dimensione autobiografica con una riflessione più ampia sul mondo e sulla condizione umana. L’isola tra le selve rappresenta un punto di arrivo importante nel suo percorso poetico, un’antologia che offre al lettore la possibilità di apprezzare la sua opera nella sua interezza e nella sua profondità.

Se siete rimasti affascinati dalla poesia di Piersanti e dai temi che essa affronta, vi consiglio di approfondire la conoscenza della sua opera, leggendo anche le sue raccolte precedenti, come I luoghi persi (Einaudi, 1994) e Nel tempo che precede (Einaudi, 2002). Potreste anche trovare interessante confrontare la sua poetica con quella di altri autori che hanno affrontato temi simili, come Cesare Pavese o Franco Fortini. In questo modo, potrete arricchire la vostra comprensione della poesia contemporanea e scoprire nuove prospettive sul mondo che ci circonda.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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