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«Zvanì», un film su Pascoli a 170 anni dalla nascita

Finalmente una pellicola con un ritratto diverso da quello a cui ci ha abituati la scuola, che spesso ha contribuito a edulcorare la grandezza del poeta del “fanciullino”.
  • Zvanì. Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli, diretto da Giuseppe Piccioni, celebra i 170 anni della nascita del poeta.
  • Le riprese sono state fatte in gran parte negli spazi di Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli, e nella dimora di Castelvecchio Barga, dove Pascoli trovò rifugio nel 1895.
  • La pellicola, coprodotta da Rai Fiction e MeMo Films, sarà distribuita nelle sale cinematografiche a partire dal 2 ottobre e trasmessa su Rai 1 nel 2026.

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggiero

Zvanì. Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli intende celebrare i 170 della nascita del grande poeta (di cui sopra sono riportati i primi versi di Lavandare), avvenuta il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna. Il film, diretto da Giuseppe Piccioni, è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia e, a partire dal 2 ottobre, è stato distribuito nelle sale cinematografiche da Academy Two mentre, nel 2026, sarà trasmesso su Rai 1.

La pellicola, coprodotta da Rai Fiction e MeMo Films, si avvale di un soggetto e una sceneggiatura curati da Sandro Petraglia, con la collaborazione di Lorenzo Bagnatori ed Eleonora Bordi. Tra gli interpreti, Federico Cesari, che impersona Zvanì (soprannome romagnolo di Giovanni), Benedetta Porcaroli, Liliana Bottone, Luca Maria Vannuccini, Riccardo Scamarcio e Margherita Buy.

Gran parte delle riprese del lungometraggio hanno avuto luogo nelle ambientazioni e negli spazi di Villa Torlonia, situata a San Mauro Pascoli, residenza che ha ospitato l’infanzia e la giovinezza del poeta, e presso la dimora di Castelvecchio Barga, dove Pascoli trovò rifugio nel 1895.

Zvanì e quel treno che ritorna a casa

La narrazione si apre nel 1912, con la partenza da Bologna di un treno che trasporta le spoglie di Giovanni Pascoli verso il luogo della sua sepoltura. A bordo, studenti, autorità e familiari, tra cui la sorella Maria, affettuosamente chiamata Mariù. Il viaggio diventa un simbolo di lutto nazionale, con persone di ogni ceto sociale che rendono omaggio al poeta.

Attraverso i ricordi di Mariù, il film ripercorre la vita di Pascoli, segnata da eventi traumatici come l’assassinio del padre, la povertà e il difficile rapporto con Giosuè Carducci. Nonostante le avversità, Pascoli riesce a laurearsi e a ricongiungersi con le sorelle. La convivenza, tuttavia, è segnata da tensioni, con Ida che decide di allontanarsi per cercare la propria strada. Giovanni, ormai famoso ma tormentato, si ritira con Mariù a Castelvecchio, dove il treno che lo conduce alla tomba attraversa uno spazio onirico, popolato da apparizioni misteriose, come quelle che popolano le sue poesie.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un film che rende giustizia a Pascoli... 🤩...
  • Temo che il film possa cadere nei soliti cliché... 😔...
  • Pascoli, un poeta moderno intrappolato in un'epoca... 🤔...

Alla scoperta del poeta e dei suoi luoghi

La proiezione di Zvanì si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il 170mo anniversario della nascita di Giovanni Pascoli. Un’occasione per riscoprire l’opera di un poeta che, ancora oggi, continua a parlare al cuore di chi legge le sue poesie. Inoltre, un’opportunità per valorizzare San Mauro Pascoli e Barga, le due città diventate negli anni meta di visitatori che desiderano conoscere i luoghi in cui il poeta ha vissuto e ha tratto ispirazione per le sue opere.

Il film rappresenta un modo efficace per avvicinare il grande pubblico alla figura di Pascoli, rivelando aspetti inediti della sua vita e intrecciandoli con la sua opera. Un’opera che, grazie alla potenza del cinema, può raggiungere un pubblico ancora più vasto, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per uno dei più grandi poeti italiani.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il film punta a svelare aspetti inediti della vita di Pascoli e offre un ritratto intimo di un uomo segnato da traumi profondi, capace di una sensibilità straordinaria. Un ritratto che si discosta dall’immagine stereotipata del poeta malinconico e solitario, per restituirci un uomo alle prese con le difficoltà della vita quotidiana, come tutti noi.

Zvanì si propone come un’opera di divulgazione culturale, allo scopo di avvicinare il grande pubblico alla figura di un poeta spesso letto solo sui libri di scuola. La scelta di ambientare il film nei luoghi in cui Pascoli ha vissuto contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva, che permette allo spettatore di immergersi completamente nel mondo del poeta. Il film è stato realizzato con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il sostegno della Destinazione Turistica Romagna.

Per chi volesse riaccostarsi ai suoi versi, si consiglia la lettura di Myricae, raccolta pubblicata per la prima volta nel 1891 dall’editore Cappelli e che oggi si trova in varie edizioni.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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