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L’ultima settimana di settembre

«L’ultima settimana di settembre»: cinema vs narrativa

Il film - appena uscito - di Gianni De Blasi esplora la complessità dei legami familiari attraverso un viaggio on the road. Le differenze con l'omonimo libro di Licalzi.
  • Il film è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2024 e distribuito nelle sale il 12 settembre 2024.
  • Diego Abatantuono interpreta Pietro Rinaldi, un anziano scrittore amareggiato dalla vita, in una performance intensa e drammatica.
  • Biagio Venditti, al suo esordio cinematografico, interpreta Mattia con freschezza e vulnerabilità, creando un contrasto efficace con il personaggio di Pietro.

L’ultima settimana di settembre, diretto da Gianni De Blasi, rappresenta un esordio significativo nel panorama cinematografico italiano. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi edito da Rizzoli nel 2016, è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2024 ed è arrivato nelle sale italiane il 12 settembre. La pellicola si inserisce nel filone dei dramedy italiani, poiché unisce elementi drammatici e comici in un racconto on the road che esplora il lutto, la solitudine e la riscoperta dei legami familiari.

Trama e sviluppo narrativo

Il film narra la storia di Pietro Rinaldi, interpretato da Diego Abatantuono, un anziano scrittore che ha perso la voglia di vivere dopo la morte della moglie. Il giorno del suo compleanno, il 20 settembre 2017, Pietro decide di porre fine alla sua vita ingerendo una dose letale di farmaci. Tuttavia, il suo piano viene interrotto dall’arrivo di due agenti di polizia che gli comunicano la tragica notizia della morte della figlia Roberta (Roberta Mattei) e del genero in un incidente stradale. Questo evento sconvolgente lascia orfano il nipote sedicenne Mattia (Biagio Venditti), che viene affidato temporaneamente a Pietro.

Il viaggio che i due intraprendono insieme, accompagnati dal cane Sid, diventa così un percorso di scoperta e di crescita reciproca. Durante il tragitto verso Roma, dove incontreranno lo zio Marcello (Luciano Scarpa), Pietro e Mattia fanno diverse tappe significative. Incontrano vecchi amici di famiglia, due giovani autostoppisti e la loro insegnante Wanda (Marit Nissen), ognuno dei quali contribuisce a far emergere le emozioni represse e a costruire un legame tra nonno e nipote.

Cosa ne pensi?
  • 🎬 Un affascinante viaggio emotivo tra lutto e rinascita......
  • 👎 Eccessivamente prevedibile e sbilanciato su Pietro......
  • 🔍 Un nuovo punto di vista sulla resilienza umana attraverso il viaggio......

I personaggi e le interpretazioni

Diego Abatantuono offre una performance intensa e drammatica, lontana dai ruoli comici che lo hanno reso celebre. Il suo Pietro è un uomo amareggiato dalla vita, che trova difficile accettare la responsabilità di prendersi cura del nipote. Biagio Venditti, al suo esordio cinematografico, interpreta Mattia con una freschezza e una vulnerabilità che contrastano efficacemente con la rigidità del personaggio di Pietro.

La dinamica tra i due protagonisti è il fulcro del film, ma la sceneggiatura, scritta da De Blasi insieme ad Antonella Gaeta e Pippo Mezzapesa, tende a concentrarsi troppo su Pietro, trascurando lo sviluppo del personaggio di Mattia. Questo sbilanciamento limita le potenzialità narrative e rende alcune situazioni prevedibili e forzate.

Meglio il film o il libro? Un confronto

L’adattamento cinematografico di L’ultima settimana di settembre mantiene molti degli elementi chiave del romanzo di Lorenzo Licalzi, ma perde parte della sua profondità emotiva. Il libro, pubblicato da Rizzoli nel 2015, è caratterizzato da una scrittura semplice ma incisiva, che esplora con delicatezza i temi del lutto e della rinascita. Il film, invece, tende a cadere in cliché narrativi e a utilizzare escamotage drammatici che risultano meno efficaci.

Licalzi, noto per la sua capacità di trattare temi complessi con leggerezza e umorismo, riesce a creare personaggi tridimensionali e autentici. De Blasi, al contrario, sembra faticare a bilanciare la povertà dell’intreccio con l’intensità della scrittura dei personaggi, rendendo il film meno coinvolgente di quanto potrebbe essere.

Per orientarsi fra testo e contesto

L’ultima settimana di settembre si inserisce in un panorama cinematografico italiano che spesso utilizza il viaggio come metafora di crescita e scoperta. Film come La pazza gioia di Paolo Virzì e Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni trattano temi simili, esplorando il lutto e la riscoperta dei legami familiari attraverso percorsi on the road.

Lorenzo Licalzi, autore del romanzo da cui è tratto il film, ha scritto altre opere che meritano attenzione, come Il privilegio di essere un guru e Che cosa ti aspetti da me?. Questi libri, come L’ultima settimana di settembre, affrontano con sensibilità e profondità le dinamiche umane e le complessità delle relazioni interpersonali.


Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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