«Tre ciotole» di Michela Murgia, ecco il film

Il 9 ottobre arriva Tre ciotole, film tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia pubblicato da Mondadori nel 2023. La prima mondiale è prevista al Toronto International Film Festival il 4 settembre. Con oltre 200 mila copie vendute, il libro ha catturato l’attenzione di lettori e critici, e ora punta a conquistare anche il pubblico cinematografico. La regia è stata affidata alla talentuosa Isabel Coixet, nota per la sua capacità di raccontare storie d’amore e di vita con intensità e delicatezza. La scelta di Alba Rohrwacher ed Elio Germano come protagonisti promette di portare sul grande schermo gli ingredienti giusti per rendere efficace la storia.

Il film è frutto di una joint venture tra Italia e Spagna, grazie alla collaborazione tra Cattleya, parte di ITV Studios, Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm, Buenapinta Media, Bteam Prods, Colosé Producciones e Perdición Films. Vision Distribution si occuperà della distribuzione in Italia e nel resto del mondo, mentre BTeam Pictures curerà quella in Spagna. Il progetto gode del sostegno del ministero della Cultura tramite il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

Regia e cast del film Tre ciotole

La scelta di Isabel Coixet alla regia è stata voluta dai produttori, che vedono in lei la persona ideale per trasporre sul grande schermo la complessità emotiva del romanzo di Murgia. Coixet, già acclamata per film come Un amor, La mia vita senza me e La vita segreta delle parole, ha dichiarato che Tre ciotole rappresenta il suo paesaggio interiore, una storia di amore e dolore che si intrecciano nella vita di una donna alle prese con una separazione e una scoperta personale imprevista.

Alba Rohrwacher ed Elio Germano, entrambi attori di grande talento e sensibilità, sono stati scelti per interpretare i ruoli di Marta e Antonio. La loro attitudine nel dare vita a personaggi sfaccettati è stata determinante nella decisione di Coixet, che ha sottolineato l’importanza di avere interpreti in grado di trasmettere le sfumature emotive della storia.

Le riprese del film si sono svolte interamente a Roma, in particolare nel quartiere di Trastevere, dove Michela Murgia ha vissuto le sue ultime settimane. La città diventa così non solo uno sfondo, ma un vero e proprio personaggio, testimone della vicenda umana dei protagonisti.

La trama del film (e del romanzo)

La trama del film – che del resto segue il romanzo Tre ciotole – è una raccolta di dodici storie interconnesse, che toccano i momenti cruciali di cambiamento nella vita dei protagonisti. Pandemie, amori che finiscono, malattie, gravidanze, lutti: ogni personaggio si trova ad affrontare una crisi personale, cercando un proprio rituale per superarla. Il sottotitolo del libro, Rituali per un anno di crisi, anticipa la centralità del tema del cambiamento radicale.

La prima storia, Espressione intraducibile, introduce una donna che riceve una diagnosi di carcinoma renale al quarto stadio. Questo racconto, che sembra riflettere l’esperienza personale dell’autrice, propone un’angolazione inedita sulla malattia e rifiuta il linguaggio bellicistico spesso utilizzato per descrivere il cancro. Il medico, nel dialogo con la protagonista, suggerisce un «patto di non belligeranza», invitandola a considerare la malattia non come un nemico da distruggere, ma come un «complice della sua complessità».

Il tema della genitorialità, caro all’autrice, è presente nel racconto Utero in affido, che narra la storia di una donna lesbica che decide di portare avanti una gravidanza per regalare un figlio a una coppia di amici. Questo racconto solleva interrogativi sulla famiglia, sulla genitorialità e sui diritti delle persone omosessuali.

La pandemia, che ha segnato profondamente le nostre vite, è un altro tema ricorrente in Tre ciotole. I personaggi si confrontano con il virus in modi diversi così da riflettere la pluralità delle reazioni individuali di fronte a un evento traumatico.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il film Tre ciotole ha l’ambizione di ripercorrere le stesse atmosfere e la medesima profondità del libro. Michela Murgia, in questa come nelle altre sue opere, ci ha consegnato una visione lucida della vita contemporanea che Isabel Coixet, con la sua regia, vuole amplificare attraverso il linguaggio cinematografico. La scelta di Roma come location non è casuale: la città, con la sua storia millenaria e il suo fascino senza tempo, incarna il palcoscenico perfetto per una storia che parla di amore, perdita e rinascita.

Per chi ha apprezzato i testi di Michela Murgia, questo film costituisce un’opportunità per esplorare ulteriormente i temi cari all’autrice, mentre per gli spettatori che non conoscono l’autrice sarà un’occasione per scoprire una storia che tocca corde universali. Il sodalizio artistico tra Coixet, Rohrwacher e Germano ha tutte le carte in regola per regalare allo spettatore un’immersione in un cinema di qualità che non lascia indifferenti.

Articolo pubblicato il 13 febbraio 2025 e aggiornato il 26 luglio