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- Maurizio de Giovanni, autore prolifico con ben 42 libri all’attivo dal 2006, torna con un nuovo capitolo della saga di Sara Morozzi.
- Nel romanzo Il pappagallo muto la protagonista viene richiamata in servizio per intercettare conversazioni compromettenti, ma un incidente la costringe a svelare un complotto.
- Le spy story di de Giovanni Morozzi si distinguono perché mettono al centro una antieroina, una donna normale e non una femme fatale.
Maurizio de Giovanni torna alla spy story. Nato a Napoli nel 1958, è un autore prolifico, con ben 42 libri all’attivo dal 2006, tra romanzi e opere teatrali. Conosciuto soprattutto per le serie sul commissario Ricciardi e i Bastardi di Pizzofalcone, da cui sono state tratte delle fiction di successo, a febbraio di quest’anno ha stupito ancora i suoi lettori con L’antico amore, un romanzo che si discosta dai suoi temi consueti. Non contento, a maggio ha ripreso le fila della storia con al centro l’ex spia Sara Morozzi. Il pappagallo muto. Una storia di Sara, edito da Rizzoli, è un nuovo capitolo della saga dedicata alla protagonista già presente in sette opere precedenti.
De Giovanni e la spy story in salsa italiana
Maurizio de Giovanni deve la sua instacabile attività di scrittore a un’etica del lavoro forgiata in oltre 30 anni di esperienza bancaria, che si è poi tradotta in una meticolosa preparazione per ogni libro, con ricerche che possono durare fino a sei mesi. De Giovanni adotta un approccio alla scrittura che potremmo definire “immersivo”: si cala completamente nei contesti narrati, trasferendosi con la mente nei luoghi che intende descrivere, dedicandosi a questa attività dalle otto del mattino fino alle cinque del pomeriggio.
Il pappagallo muto non fa eccezione. Si addentra nei misteriosi meccanismi dei servizi segreti, un tema che l’autore affronta con la sua consueta maestria. Sara Morozzi, ormai in pensione, viene richiamata in servizio insieme al suo ex collega non vedente, Andrea Catapano. La loro missione: intercettare, alla vecchia maniera, le conversazioni tra un politico, una dirigente di compagnie petrolifere sudamericane e un responsabile della criminalità organizzata. Un accordo territoriale è in ballo, e solo le abilità di Sara e Andrea possono svelare i loschi interessi che si celano dietro.
Un “incidente” di percorso complica ulteriormente la situazione: Andrea viene gravemente ferito da un’auto pirata, mentre Sara si salva per miracolo. Toccherà a lei, con l’aiuto dei suoi fidati collaboratori, svelare chi ha tramato il crimine e risolvere il mistero del pappagallo muto.
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Sara Morozzi: un’eroina sui generis
Sara Morozzi è un personaggio complesso, un’antieroina che si contrappone all’immagine stereotipata dell’agente segreto. Non è una femme fatale come Mata Hari, ma una donna “normale”, dal basso profilo, ossessionata dalla verità. Non si trucca, non si tinge i capelli, non indossa tacchi. Il suo potere risiede nella capacità di osservare e interpretare il linguaggio non verbale, di leggere le labbra e decodificare i segni impercettibili che sfuggono alla maggior parte delle persone.
Dopo la morte del compagno e del figlio, Sara è una guerriera sconfitta, una creatura di confine che si sta abituando a convivere con le sue perdite. Ciononostante, in questa nuova vicenda, le sarà possibile riacquistare la consapevolezza di essere ancora vivaa. Potrà riemergere dal suo dolore e avvertire persino una certa attrattiva fisica.
La Napoli nella spy story di De Giovanni
Napoli è spesso protagonista dei romanzi di de Giovanni, sebbene nel romanzo Il pappagallo muto il respiro sia più internazionale. La città partenopea, con il suo centro storico ricco di contrasti e contraddizioni, diventa il fulcro di interessi e relazioni internazionali oscure. Il porto di Napoli, in particolare, assume un ruolo centrale, sollevando interrogativi inquietanti: cosa nasconde? Chi protegge?
De Giovanni non scrive mai niente senza verificare le informazioni, basandosi su fatti di dominio pubblico e avvalendosi della consulenza di esperti. Non gli è consentito informarsi da un agente di polizia su un procedimento in corso, ma può richiedere chiarimenti su come gestirebbe una determinata eventualità.
Da qui deriva la verosimiglianza dei suoi personaggi e delle situazioni che descrive e, probabilmente, il segreto del vasto apprezzamento che lo circonda.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il pappagallo muto è sia una spy story sia un noir psicologico che si sofferma sui temi del silenzio, dell’assenza del tempo che passa. Il racconto si sviluppa all’interno di uno spazio ristretto, una stanza d’ospedale, che funge da palcoscenico per una ricerca della verità condotta attraverso sguardi, memorie e dettagli minimi. Lo specchio unidirezionale da cui Sara osserva assume un forte significato simbolico: un limite che offre riparo, ma al contempo divide, distorce e impedisce.
De Giovanni ci restituisce l’immagine di personaggi sempre più complessi e fuori dagli schemi, che si ritrovano spesso in un dialogo a due che rende ancora più intimo il loro legame. È un ritratto feroce, che porta “addosso” i segni del tempo, come ne Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
Tra le precedenti avventure di Sara Morozzi, si possono ricordare – tutti pubblicati da Rizzoli – Sara al tramonto, Le parole di Sara e Gli occhi di Sara.