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Mariana Enríquez racconti

I racconti di Mariana Enríquez tra gotico e denuncia sociale

In «Un luogo soleggiato per gente ombrosa» la scrittrice ci guida in un’Argentina piena di ferite, in cui le donne sono le vestali non addomesticate che portano in sé il fuoco.
  • La raccolta Un luogo soleggiato per gente ombrosa di Mariana Enríquez reinventa il genere gotico con forte tinte sociali.
  • Nel racconto di apertura, I miei tristi morti, Enríquez dipinge un quartiere invaso da fantasmi, dove la gentrificazione si scontra con un passato irrisolto.
  • In Diversi colori fatti di lacrime, la scoperta di una collezione di abiti vintage maledetti rivela un sistema machista che infligge violenza sulle donne.

Il 2 settembre 2025 è uscita in Italia la raccolta di racconti di Mariana Enríquez Un luogo soleggiato per gente ombrosa, edito da Marsilio Editori. Dopo il successo del suo romanzo La nostra parte di notte, l’autrice ritorna alla forma del racconto con la traduzione di Fabio Cremonesi. La raccolta comprende dodici storie che fondono elementi gotici con una forte denuncia sociale, un marchio distintivo dello stile di Enríquez.

I racconti di Mariana Enríquez si snodano in un’Argentina segnata da disuguaglianze e violenze, i cui sprazzi di vita riflettono la prolifica attività giornalistica dell’autrice. I protagonisti sono donne ed entità, entrambe segnate da ferite profonde e difficili da rimarginare. Che le vicende si svolgano nelle strade di quartieri degradati, in cimiteri di elettrodomestici simbolo di un consumismo sfrenato o ai confini di una pampa sconfinata, le storie convergono sull’incontro con un passato irrisoluto che riaffiora sotto forma di incubi.

Due racconti della raccolta di Mariana Enríquez

Nel racconto d’apertura, I miei tristi morti, la voce narrante descrive un quartiere infestato da un’epidemia di fantasmi. Mentre la gentrificazione trasforma strade e piazze, i condomini, già alle prese con la microcriminalità, iniziano a perdere il sonno a causa di figure spettrali che, rifiutate dalla morte, tornano sui luoghi della loro dipartita. Incapaci di accettare la loro condizione, queste entità tormentano i vivi, in una sorta di punizione collettiva per una condizione dolorosa che riguarda tutti.

In Diversi colori fatti di lacrime, tre commesse di un negozio di abbigliamento vintage scoprono una preziosa collezione di capi di lusso, ma scoprono anche che questi tessuti sono gravati da un’antica maledizione. Chi indossa questi abiti subisce atti di violenza, come giugulari squarciate e sessi sfigurati. La maledizione è l’espressione di una mente perversa e di un sistema machista che si accanisce contro le donne, negando loro ogni via di scampo.

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La casa e il corpo: luoghi di putrefazione

Due elementi ricorrenti nelle storie di Enríquez sono la casa e il corpo. Entrambi rappresentano luoghi ineludibili, in costante mutamento verso la putrefazione e la disfatta. La malattia si insinua tra le pareti domestiche e le membra, tra elettrodomestici e organi, corrodendo l’esistenza dei personaggi.

L’autrice mette in dialogo umani ed essenze soprannaturali nell’orrore delle visioni che si susseguono. Questo dialogo impossibile, ma necessario, sembra volto ad affrontare il trauma. L’orrore si espande e contagia, coinvolgendo il passato, i ricordi d’infanzia, i membri perduti della famiglia e le vittime anonime dei fatti di cronaca. Tutti i personaggi sono inesorabilmente attratti dal dolore, come se fossero chiamati a una commistione necessaria con la sofferenza.

Un esempio emblematico è la protagonista di Metamorfosi che, dopo un’operazione dolorosa e l’osservazione del proprio corpo in trasformazione, sembra destinata a reimpiantare nel proprio corpo l’agente della sua sofferenza, accettandolo come parte di sé.

Il gotico nei racconti di Mariana Enríquez

Mariana Enríquez, con i suoi racconti che si immergono nel genere gotico, reinventa questo genere dall’interno, intrecciando attorno alla claustrofobia delle sue immagini una feroce osservazione delle oppressioni e dei traumi contemporanei. La sua opera esplora i timori e i desideri reconditi, combinandoli con un’analisi spietata delle minacce che la società capitalista rivolge ai più fragili. Il risultato è un’esperienza di lettura illuminante e profonda, mai consolatoria, di eccezionale qualità letteraria.

Le protagoniste dei racconti sono donne visitate dai fantasmi, trasformate in uccelli per aver disobbedito o amato perdutamente. Donne con la pelle putrida o assassinate che ritornano, donne senza volto e che si abbandonano alla pazzia. Sono loro le vestali non addomesticate che portano dentro il fuoco del futuro, in un’Argentina violenta, strangolata dalla crisi economica, dagli abusi del potere e dalla paura dell’altro.

Per orientarsi fra testo e contesto

Un luogo soleggiato per gente ombrosa riecheggia autori come Jorge Luis Borges, Stephen King, Julio Cortázar e Shirley Jackson. Mariana Enríquez, considerata una delle voci più importanti della nuova letteratura di lingua spagnola, continua a reinventare i generi, spingendo i suoi confini oltre la semplice fascinazione per il mostruoso e il sovrannaturale.

La raccolta di racconti è un’esplorazione degli abissi della notte, delle cavità più buie del presente e dell’anima. L’autrice ci conduce in un paese popolato di strane creature, che però non è difficile trovare familiare, in un universo perturbante dove le donne portano dentro un desiderio inestinguibile. Un luogo soleggiato per gente ombrosa di colloca sulla stessa linea delle altre opere di Mariana Enríquez, come Le cose che abbiamo perso nel fuoco e I pericoli di fumare a letto. Nel loro insieme, un universo dove il confine tra realtà e incubo si fa sempre più labile.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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