«Mandorla amara», un nuovo caso per Vanina Guarrasi

Il mondo del giallo italiano si arricchisce con l’uscita di Mandorla amara, l’ultimo romanzo di Cristina Cassar Scalia con protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi, pubblicato da Einaudi. Il personaggio creato dalla penna della scrittrice siciliana è diventato un’icona, grazie alla sua capacità di incarnare una figura femminile forte e indipendente, ma allo stesso tempo vulnerabile e profondamente umana. La sua popolarità è cresciuta fino a culminare nella trasposizione televisiva dei romanzi, trasmessa su Canale 5 nel 2024, con Giusy Buscemi nel ruolo della protagonista. La forza di questo personaggio risiede nella sua autenticità: una donna che vive il suo ruolo senza stereotipi, con intelligenza e determinazione.

Gli elementi della trama di Mandorla amara

La trama di Mandorla amara si apre con una scena inquietante: una calda mattina di luglio, l’avvocata Maria Giulia De Rosa e il medico legale Adriano Calí si imbattono in un panfilo alla deriva. A bordo, sette persone giacciono senza vita, vittime di un avvelenamento da cianuro, forse mescolato a latte di mandorla. Un dettaglio macabro che dà il titolo al romanzo e che segna l’inizio di un’indagine complessa e piena di insidie.

Vanina Guarrasi, richiamata a Catania, si trova di fronte a un caso intricato, che richiede metodo, pazienza e intuito. Ogni particolare – dalle identità delle vittime alla dinamica dell’avvelenamento, passando per la presenza del panfilo in quelle acque – appare contemporaneamente razionale e inspiegabile. In questa indagine, Vanina non potrà contare sulla presenza fisica del suo mentore, il commissario in pensione Biagio Patanè, che si trova a Palermo accanto alla moglie Angelina che ha subito un intervento al cuore. Tuttavia, anche a distanza, Patanè saprà fornire a Vanina un indizio cruciale, una domanda apparentemente semplice ma che apre una pista inaspettata: «Dottoressa, ma lei l’ha mai annusato il cianuro?».

Mandorla amara, una Sicilia tra luci e ombre

Mandorla amara è un viaggio nel cuore di una Sicilia che affascina e inquieta. Un luogo dove la verità è spesso nascosta dietro una facciata di apparente normalità, e dove il retrogusto amaro della mandorla può persistere a lungo dopo averne assaporato la dolcezza. Il romanzo, come i precedenti dell’autrice, tocca temi ricorrenti nelle sue opere: i rapporti d’affari, le fragilità personali e i segreti che alcuni sono disposti a seppellire a qualsiasi costo. Anche questa nuova indagine di Vanina Guarrasi scava nel profondo dell’animo umano, rivelando le contraddizioni e le ambiguità che lo caratterizzano.

Cristina Cassar Scalia riesce a trasmettere nelle sue opere l’essenza di una Sicilia ricca di storia, di luce e di contrasti. La sua formazione medica, unita alla passione per la scrittura, le permette di cogliere dettagli e sfumature che rendono i suoi personaggi e le sue storie particolarmente credibili e coinvolgenti. Dopo il commissario Montalbano, il vicequestore Guarrasi è destinato ad aggiungersi nell’immaginario collettivo di una Sicilia finta e vera insieme.

Per orientarsi fra testo e contesto

Nata a Noto nel 1977, Cristina Cassar Scalia ha saputo creare un universo narrativo solido e riconoscibile, in cui il giallo si intreccia con la realtà sociale e culturale della Sicilia contemporanea. La sua scrittura, densa di ritmo e delicatezza, unisce la precisione dell’indagine alla profondità dei personaggi, offrendo ai lettori un’esperienza di lettura coinvolgente e appagante.

Oltre a Mandorla amara, la serie di Vanina Guarrasi comprende altri titoli di successo, tra cui La logica della lampara (2019), La salita dei Saponari (2020), Il talento del cappellano (2021), La carrozza della Santa (2022), Il re del gelato (2023), Il castagno dei cento cavalli (2024) e La banda dei carusi (2025), tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero.

L’autrice ha anche firmato altri testi, che non fanno parte della serie principale, quali Le stanze dello scirocco (2014) e La seconda estate (2022). A questi si aggiunge un’opera collaborativa scritta a sei mani con Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni, intitolata Tre passi per un delitto.