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- Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie del designer Riccardo Falcinelli è un viaggio alla scoperta del volto come simbolo culturale.
- L’autore adotta un approccio multidisciplinare nel quale unisce storia dell’arte, psicologia, neuroscienze e semiotica.
- Da Alessandro Magno ai selfie di oggi, il volto è stato utilizzato per esprimere sentimenti eterogenei e per esercitare un’influenza sulle persone.
Riccardo Falcinelli, con il suo Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie (Einaudi, 2024) conduce un viaggio lungo i meandri del tempo per rispondere ad alcune domande. Cosa lega i ritratti rinascimentali ai selfie? Può un volto trasmettere un messaggio, costruire identità e manipolare la masse? E ancora: il volto è davvero lo specchio dell’anima?
Come in altre sue opere (da Critica portatile al visual design a Figure), il grafico e designer italiano utilizza un approccio multidisciplinare, combinando storia dell’arte, psicologia, neuroscienze e semiotica. Una via che permette un’indagine scientificamente fondata che, grazie a uno stile scorrevole, non appesantisce mai la lettura, gradevole fino all’ultima pagina.
Il Visus di Falcinelli dalle origini ai selfie
Visus si articola in capitoli tematici, ognuno dei quali esplora un aspetto specifico del volto e della sua rappresentazione. Un’ampia sezione è dedicata all’analisi del selfie e delle nuove forme di autoritratti, mostrando come la tecnologia abbia rivoluzionato il modo in cui ci rappresentiamo. Ma il lavoro di Falcinelli, nel suo inquadramento di stampo storico e sociale, non tralascia di esplorare le modalità attraverso cui l’arte ha cercato di catturare l’essenza interiore di un individuo attraverso le espressioni del volto, dalle prime rappresentazioni preistoriche fino ai ritratti psicologici del Novecento.
In Visus Falcinelli fa capire che il volto è una rappresentazione simbolica che nasce dalla cultura, rappresentazione stratificata di significati che l’umanità ha codificato nel corso del tempo. Da Alessandro Magno a Rita Hayworth, da Elsa di Frozen al bambino della Kinder, il volto è stato utilizzato per esprimere sentimenti eterogenei. Ogni periodo storico ha coniato il proprio concetto di volto, influenzato da criteri estetici, politici e sociali. Ad esempio, mediante la puntuale e approfondita analisi del sorriso di Monna Lisa o dei ritratti di personaggi illustri l’autore dimostra come l’arte, nella rappresentatività del volto, abbia saputo esprimere enigmaticità e miti che sono perdurati nel tempo, fino ad arrivare ai selfie come atto performativo, una forma di esibizionismo e di costruzione dell’identità online.

Il volto come campo di battaglia culturale
Dalla lettura di Visus, risulta evidente che Falcinelli voglia indagare il volto come un vero e proprio campo di battaglia culturale, dove si confrontano identità, potere, bellezza e desiderio. Su cosa, infatti, si sono fondati i pattern culturali nel tempo se non anche su una modalità propria di esprimere il volto? Falcinelli dimostra così quale sia il suo ruolo nella costruzione dei canoni di bellezza e nella pubblicità, mostrando come l’industria della moda e dei cosmetici abbia plasmato le nostre percezioni, fino a modellare i gusti stessi della gente. Senza dimenticare che il volto, legato alla nostra identità personale e sociale, è stato utilizzato per costruire stereotipi e pregiudizi. Basti pensare al suo ruolo strategico nel mondo del marketing, dove è spesso diventato un potente mezzo per ispirare fiducia o attrarre simpatia.
Per orientarsi fra testo e contesto
Rispetto ad altre opere dello stesso autore, Visus è un libro più accessibile e rivolto a un pubblico più ampio. È un libro che invita a riflettere, attraverso un pensiero che sa essere ricco anche di esempi e aneddoti, capaci di rendere più affascinante la lettura di un volume che resta fondamentale per chi vuole scoprire aspetti essenziali della nostra relazione con il mondo visuale.
Grazie alla sua abilità nel collegare varie discipline, Falcinelli lascia intendere quanto sia affascinante e complesso il volto umano, spingendo il lettore a riconsiderare tutto ciò che solitamente viene dato per scontato.Visus in tal senso va oltre un libro sul volto e la “facciologia”, ma si pone come sfida su cosa ci sia dietro le apparenze. Con un punto di osservazione innovativo che aiuta a prendere coscienza riguardo all’influsso che l’identità visiva esercita sulle nostre coscienze.