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Dario D'Ambrosi

Dario D’Ambrosi e il suo Teatro Patologico sbarcano al cinema

Dopo più di 30 anni come fondatore di un’esperienza teatrale che porta sul palco la malattia psichica, l’artista dirige il film «Il principe della follia».
  • Il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi, fondato nel 1992, offre a persone con disturbi psichici la possibilità di esprimersi attraverso il teatro.
  • Questa esperienza è confluita adesso nel film, presentato alla XX Festa del Cinema di Roma, dal titolo Il principe della follia.
  • Stefano Zazzera, attore non professionista affetto dal morbo di Parkinson, incarna il protagonista con autenticità e umanità.

Dario D’Ambrosi  (Milano, 1958) ha creato un movimento teatrale chiamato Teatro Patologico che mette in scena, da oltre trent’anni, pensieri e comportamenti di persone affette da problemi mentali. Uno dei frutti di questo lavoro è il film, diretto da D’Ambrosi, dal titolo Il principe della follia, proiettato in anteprima il 21 ottobre 2025 durante la XX edizione della Festa del Cinema di Roma.

Il principe della follia nasce da un’esperienza personale vissuta da D’Ambrosi nel lontano 1979, durante un periodo di ricovero presso il manicomio “Paolo Pini” di Milano. L’incontro con un giovane affetto da gravi disturbi psichici ha segnato l’inizio di un percorso artistico e umano che ha dato origine all’esperienza del Teatro Patologico e che è sfociato nella realizzazione della pellicola.

Dario D’Ambrosi e Il principe della follia

Il film, nel raccontare la condizione di un singolo individuo, allarga lo sguardo alla tragedia dell’intera famiglia che vive accanto a una persona con disabilità. Un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale per comprendere appieno la realtà della patologia.

La produzione del film, curata da Red Post Production, è stata resa possibile grazie al sostegno di Regione Marche, Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission. A cui si è aggiunto il contributo del Ministero della Cultura tramite il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo. La colonna sonora originale è stata firmata da Stefano Ratchev per Edizioni Curci.

Stefano Zazzera, un attore non professionista affetto dal morbo di Parkinson, dà volto e voce al protagonista. Colpito dalla malattia a soli 40 anni, Zazzera incarna con autenticità e delicatezza le fragilità del personaggio, un “Joker” italiano che non viene celebrato come icona della pazzia, ma che mostra la sofferenza reale, vissuta sulla propria pelle. Ad affiancarlo, un gruppo di interpreti professionisti: Alessandro Haber, Andrea Roncato, Carla Chiarelli, Mauro Cardinali e Omar Monno.

Cosa ne pensi?
  • 🎬 Un film toccante che celebra la resilienza e l'umanità......
  • 🤔 Interessante come il film esplori la disabilità non come limite ma risorsa......
  • 💔 Temo che concentrarsi solo sulla sofferenza rischi di stereotipare......

Dario D’Ambrosi e il Teatro Patologico

Il principe della follia si inserisce idealmente nel percorso del Teatro Patologico, fondato da Dario D’Ambrosi nel 1992. Si tratto di un contesto che offre a persone con disturbi psichici la possibilità di fare teatro per diventare protagonisti delle proprie storie. Il Teatro Patologico offre ai giovani con disabilità cognitive una preziosa opportunità di intraprendere un percorso significativo volto a migliorare il loro inserimento nella vita familiare e sociale, con concrete possibilità di proseguire gli studi e di trovare sbocchi lavorativi nel vasto universo delle arti performative, come la scrittura, la recitazione, la scenografia e la musica.

L’iniziativa ha dato origine, tra le altre cose, a un corso universitario di teatro integrato dell’emozione, istituito in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. Il Teatro Patologico ha collezionato numerosi riconoscimenti internazionali che hanno portato la compagnia a esibirsi sui prestigiosi palcoscenici dell’ONU, del Parlamento Europeo e del Festival di Sanremo.

Per orientarsi fra testo e contesto

L’esperienza del Teatro Patologico e il film di Dario D’Ambrosi hanno il merito di affrontare il tema della disabilità con sensibilità e profondità. La scelta di un attore non professionista per Il principe della follia conferisce al film un’autenticità rara, permettendo allo spettatore di entrare in contatto con la sofferenza e la fragilità del protagonista.

Il lavoro di D’Ambrosi è uno stimolo a comprendere maggiormente la condizione umana, a partire dalla sua fragilità. Un’opera che si propone di dare voce a chi troppo spesso resta invisibile. Il film, come il Teatro Patologico, ci ricorda che l’arte può essere uno strumento potente per trasformare il dolore in bellezza e l’esclusione in inclusione.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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