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- Il romanzo Il coccodrillo di Palermo di Roberto Andò ha vinto il Premio Elsa Morante 2025, un riconoscimento che sottolinea la sua capacità di affrontare tematiche sociali complesse.
- Il protagonista, Rodolfo Anzo, torna a Palermo a seguito di un furto nell’appartamento del padre, un evento che lo spinge a scoprire una cassaforte nascosta con bobine compromettenti.
- L'abilità di Roberto Andò risiede nella sua capacità di fondere realtà e finzione, creando un’atmosfera di ambiguità che pervade l'intero romanzo.
Il coccodrillo di Palermo di Roberto Andò (La nave di Teseo, 2025) ha conquistato l’ambito Premio Elsa Morante 2025 per la Narrativa. La giuria, guidata da Dacia Maraini, ha espresso unanime consenso verso l’opera, evidenziandone l’abilità dell’autore nel saper fondere attualità e riflessioni intime, in sintonia con lo spirito del premio dedicato alla memoria della grande scrittrice romana. Già presente tra i candidati al Premio Strega 2025, non è stato poi scelto nella dozzina. Motivo in più per apprezzare adesso il riconoscimento intitolato all’indimenticabile autrice de La storia.
Il coccodrillo di Palermo, un’indagine
Il coccodrillo di Palermo è un’opera complessa e avvincente, un’indagine che si muove tra i segreti del passato e la ricerca di riscatto. Guidando il lettore attraverso gli occhi di un figlio che cerca di svelare la vita enigmatica del padre, Roberto Andò lo conduce in un viaggio attraverso le vie di una Palermo contraddittoria, in bilico tra la magnificenza del suo patrimonio storico e il fardello delle sue incongruenze.
La vicenda, raccontata attraverso gli occhi di un figlio che cerca di decifrare la vita enigmatica del padre, si sviluppa come un intricato labirinto, un mosaico di voci e figure che emergono da un passato segnato da silenzi e incertezze. Incontri cruciali e rivelazioni inattese scandiscono il ritmo della narrazione, offrendo uno spaccato vivido di una città impegnata a confrontarsi con le proprie ombre per costruire un futuro all’insegna della giustizia e della verità.
- Un'opera che celebra la complessità di Palermo... 👏...
- Non mi ha convinto, troppi cliché sulla città... 😕...
- E se il vero coccodrillo fosse la memoria stessa...? 🤔...
L’eredità paterna e il labirinto palermitano
Il fulcro narrativo de Il coccodrillo di Palermo è rappresentato dal ritorno del protagonista, Rodolfo Anzo, nella sua città natale, Palermo, in seguito a un presunto furto nell’appartamento paterno. Rodolfo, regista di documentari affermato, si trova a confrontarsi con un passato che aveva cercato di rimuovere, un passato segnato dalla figura enigmatica del padre, un poliziotto dei servizi segreti morto in circostanze misteriose. La scoperta di una cassaforte nascosta nell’abitazione paterna, contenente delle bobine compromettenti, innesca un meccanismo di indagine che porterà Rodolfo a immergersi nelle pieghe oscure della città, alla ricerca della verità sulla vita del padre e sui segreti che si celano dietro la sua morte.
Il romanzo si trasforma così in un viaggio labirintico attraverso le vie di Palermo, un percorso costellato di incontri con personaggi ambigui e figure enigmatiche, che contribuiranno a svelare gradualmente la complessa rete di relazioni che legava il padre di Rodolfo al tessuto sociale e politico della città. La narrazione si articola attraverso una serie di flashback e analessi, che permettono al lettore di ricostruire gradualmente la storia del padre di Rodolfo, un uomo tormentato e solitario, che aveva dedicato la sua vita alla lotta contro la criminalità organizzata, ma che allo stesso tempo era stato coinvolto in attività poco chiare.
La memoria ne Il coccodrillo di Palermo
Il romanzo esplora il tema della memoria, sia individuale sia collettiva, e si interroga sul significato del passato e sulla sua influenza sul presente. Rodolfo, nel tentativo di ricostruire la vita del padre, si trova a confrontarsi con i fantasmi del passato, con i segreti e le menzogne che hanno segnato la storia della sua famiglia e della sua città.
Palermo, con la sua bellezza decadente e le sue contraddizioni, diventa un personaggio a sé stante, un luogo in cui il passato si intreccia indissolubilmente con il presente, un teatro di ombre e misteri in cui è difficile distinguere la verità dalla menzogna.
La figura del padre, un poliziotto ligio al dovere, ma al contempo avvolto nel mistero, rappresenta un archetipo della società palermitana, divisa tra l’apparenza e la realtà, tra la legalità e l’illegalità. Le bobine compromettenti, ritrovate da Rodolfo nella cassaforte, sono il simbolo di un passato che non vuole essere dimenticato, un passato fatto di segreti, intrighi e compromessi, che continua a influenzare il presente della città. Il romanzo si interroga sul ruolo della giustizia e della verità, e sulla difficoltà di perseguire questi ideali in un contesto sociale complesso e corrotto come quello palermitano. Rodolfo, nel corso della sua indagine, si trova a confrontarsi con la realtà della mafia, con la sua capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e di condizionare la vita politica ed economica della città.
Il romanzo denuncia la piaga della criminalità organizzata, ma allo stesso tempo cerca di comprendere le radici profonde di questo fenomeno, analizzando le dinamiche sociali e culturali che lo alimentano. Il coccodrillo di Palermo, attraverso la storia di un figlio alla ricerca della verità sul padre, racconta la storia di una città ferita, ma allo stesso tempo ricca di fascino e di vitalità.
Il perché del titolo Il coccodrillo di Palermo
L’abilità di Roberto Andò risiede nella sua capacità di fondere realtà e finzione, creando un’atmosfera di ambiguità che pervade l’intero romanzo. La Palermo descritta dall’autore è una città reale, con i suoi monumenti, le sue vie, i suoi odori e i suoi sapori, ma allo stesso tempo è una città trasfigurata, resa quasi onirica dalla sua capacità di evocare il passato e di suggerire atmosfere misteriose. Il romanzo si avvale di uno stile narrativo
ricco di immagini e di metafore, che contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. La lingua utilizzata da Andò è elegante e raffinata, ma allo stesso tempo accessibile e comprensibile, capace di catturare l’attenzione del lettore e di trasportarlo nel cuore della storia.
L’autore utilizza sapientemente anche il dialetto palermitano, inserendo espressioni e modi di dire che contribuiscono a rendere più autentica e realistica la narrazione. Il romanzo è ricco di citazioni letterarie e cinematografiche, che testimoniano la vasta cultura dell’autore e la sua capacità di dialogare con le opere del passato. Andò cita ad esempio Thomas Bernhard, Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia, maestri nel dipingere la realtà siciliana nelle sue sfaccettature più complesse e contraddittorie.
Il titolo del romanzo, Il coccodrillo di Palermo, allude a una metafora che si svela solo nelle ultime pagine. Il coccodrillo è il simbolo della difficoltà di venire a capo delle cose, dell’opacità della realtà palermitana. Il romanzo si conclude con un finale aperto, che lascia al lettore la libertà di interpretare gli eventi e di trarre le proprie conclusioni. Rodolfo, dopo aver compiuto il suo viaggio nel cuore oscuro di Palermo, non ha trovato tutte le risposte che cercava, ma ha acquisito una maggiore consapevolezza della propria identità e del proprio legame con la città.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il coccodrillo di Palermo è un’opera capace di offrire uno spaccato autentico e originale della città di Palermo e di affrontare tematiche di grande attualità. Per chi ha apprezzato Il coccodrillo di Palermo, può essere interessante approfondire la conoscenza di Roberto Andò come autore attraverso le sue precedenti opere, tra cui Il trono vuoto (Bompiani, 2012), vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Dal libro è stato tratto il film Viva la libertà, diretto dallo stesso Andò, con Toni Servillo e Valerio Mastandrea. O, ancora, si può leggere Il bambino nascosto (La Nave di Teseo, 2020) da cui è stato tratto l’omonimo film con Silvio Orlando.
Queste opere, pur affrontando tematiche diverse, condividono con Il coccodrillo di Palermo la capacità di indagare le pieghe oscure della realtà e di interrogarsi sul significato della memoria e dell’identità. Inoltre, per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza del contesto storico e sociale di Palermo, può essere utile leggere le opere di Leonardo Sciascia e di altri autori che hanno saputo raccontare la complessità e le contraddizioni di questa città unica.
Articolo pubblicato il 30 aprile e aggiornato il 3 maggio 2025