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Ungaretti soldato-poeta

Quando Giuseppe Ungaretti sul Carso si scoprì soldato-poeta

Due esposizioni, a Gorizia e Monfalcone, esplorano l'eredità del grande poeta e la sua trasformazione avvenuta sul Carso durante la Prima guerra mondiale.
  • Dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025 il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone propongono un percorso sull'Ungaretti del Carso.
  • Quando nel 1916 Giuseppe Ungaretti pubblicò Il porto sepolto, quest'opera segnò una svolta nella poesia italiana moderna.
  • La mostra a Monfalcone presenta 50 dipinti e sculture, inclusi lavori di Umberto Boccioni e Felice Casorati.

Giuseppe Ungaretti, iconica figura della poesia del ventesimo secolo in Italia, si descrisse come «soldato ma poeta» in una missiva indirizzata a Giovanni Papini. Questa espressione, che capovolge l’ordine delle parole per enfatizzare il ruolo della poesia nella sua vita, è al centro di un progetto che indaga il suo contributo durante la Prima guerra mondiale attraverso varie discipline. Si tratta di un’esposizione, dal titolo “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”, che sarà ospitata dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025 tra due luoghi: il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone. Coordinato da Lucio Fabi, esperto nella materia, l’evento ripercorre l’esperienza di Ungaretti sul Carso, dai combattimenti ai periodi di riposo, fino alle dinamiche morfologiche dei paesaggi.

La scrittura delle poesie è al centro di questo viaggio, che culmina nel dicembre del 1916 con la pubblicazione a Udine de Il porto sepolto, un’antologia poetica ispirata agli eventi della Grande Guerra. Questo primo opuscolo ungarettiano, stampato in un’edizione limitata di ottanta copie grazie a Ettore Serra, segna un’importante svolta nella storia della poesia italiana con il suo stile innovativo ed essenziale.

Arte e avanguardie nelle Venezie

La mostra di Monfalcone offre una prospettiva artistica parallela a quella di Gorizia, poiché esamina l’evoluzione artistica nelle Venezie durante il secondo decennio del XX secolo. In questo periodo di effervescenza creativa, nacquero movimenti d’avanguardia che lasciarono un segno profondo sulla cultura italiana. Ca’ Pesaro, che era un simbolo per l’avanguardia italiana, ospitò esposizioni che curarono opere di artisti dalle regioni venete, trentine e friulane, insieme a figure di prestigio come Umberto Boccioni e Felice Casorati.

La figura di Umberto Boccioni emerge come emblematica, con una collezione personale di 42 opere esposte nell’estate del 1910 a Ca’ Pesaro. Felice Casorati, con 41 opere nella mostra del 1913, costituisce un’altra presenza fondamentale. Accanto a loro, artisti come Gino Rossi e Arturo Martini contribuirono a elevare la pittura nelle regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia fra le più innovative in Italia. La raccolta esibisce circa cinquanta dipinti e sculture, fornendo un ritratto eccezionale di un’epoca di significativo fermento artistico.

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Un viaggio tra poesia, pittura e storia

L’iniziativa multidisciplinare concepita da Marco Goldin va oltre una semplice mostra e si sviluppa come un vero e proprio viaggio attraverso le arti. L’idea iniziale era quella di coinvolgere artisti per immortalare le immagini del Carso, del corso dell’Isonzo, e di Ungaretti, ma il progetto si è ampliato trovando espressione in due mostre, un film e due documentari. Goldin afferma che si prefiggeva di rappresentare i due anni significativi di Ungaretti, un periodo in cui la sua poesia cambiò caratteristiche sotto l’influenza dell’esperienza in guerra.

La mostra di Gorizia rappresenta per Goldin un ritorno alle radici, un tributo alla pittura della sua epoca e un mezzo per esplorare le connessioni tra arte e poesia. La narrazione si interseca con la storia, offrendo una percezione unica di tempi complessi e stimolanti.

Per orientarsi fra testo e contesto

Giuseppe Ungaretti, attraverso il suo vissuto come soldato e poeta, ci offre una prospettiva per comprendere le sfumature della condizione umana durante la guerra. La sua poesia, generata dal dolore e dall’introspezione, continua a risuonare per la sua capacità di tradurre l’essenza dell’esperienza umana. Le mostre di Gorizia e Monfalcone ci invitano a riflettere su come arte e letteratura possano interagire per aprire nuove visioni della storia e della cultura.

Il progetto dedicato a Ungaretti sottolinea l’importanza di indagare le connessioni fra diverse forme di arte e di capire come queste possano arricchire la nostra comprensione del passato. Le opere di Ungaretti, mediante la loro intensità e profondità, ci esortano a riflettere su aspetti universali quali la guerra, la sofferenza e la bellezza, promuovendo una riflessione personale che va oltre il contesto storico in cui furono create.

Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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