Emilia del Valle, la protagonista della nuova fatica di Allende

Il mio nome è Emilia del Valle (Feltrinelli) vede il ritorno di Isabel Allende, una delle voci più influenti della letteratura latinoamericana. In un periodo storico segnato da crescenti tensioni globali e movimenti migratori senza precedenti, l’autrice cilena offre una prospettiva lucida e appassionata sulle sfide che il mondo si trova ad affrontare.

Allende pone l’accento sulla drammatica realtà dei 120 milioni di rifugiati nel mondo, una cifra che rischia di rimanere un numero astratto se non si considera la storia e l’umanità di ogni singola persona. La scrittrice invita a riflettere sui paradossi della globalizzazione: un mondo senza frontiere per la tecnologia, il denaro e le armi, ma che erige muri insormontabili per gli esseri umani in cerca di un futuro.

La questione dei rifugiati, secondo Allende, è strettamente legata al cambiamento climatico, una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Siccità, incendi e scarsità d’acqua costringono intere popolazioni ad abbandonare le proprie case, instaurando un’emergenza umanitaria che richiede una risposta globale e coordinata.

Chi c’è dietro il personaggio Emilia del Valle

Nel suo nuovo romanzo, Allende torna a mettere al centro il tema della forza femminile, raccontando la storia di Emilia del Valle, una donna coraggiosa che, alla fine del XIX secolo, sfida le convenzioni sociali per seguire la sua passione per la scrittura. Attraverso il personaggio di Emilia, l’autrice celebra le donne che hanno lottato per i propri diritti, fino ad aprire la strada alle generazioni future.

Allende mette in guardia contro il rischio di perdere le conquiste ottenute nel corso degli anni, citando esempi concreti come la revoca del diritto all’aborto negli Stati Uniti e la perdita dei diritti delle donne in Afghanistan. Il suo messaggio è chiaro: la vigilanza e l’unità sono fondamentali per difendere i diritti e garantire un futuro di uguaglianza e libertà. «Una donna sola è estremamente vulnerabile, mentre quando le donne sono unite sono invincibili» afferma la scrittrice.

Il mio nome è Emilia del Valle segna un ritorno alle radici per Isabel Allende, che ambienta il romanzo in Cile, il paese che ha dovuto abbandonare in seguito al golpe di Pinochet del 1973. Nonostante abbia vissuto a lungo in Venezuela e negli Stati Uniti, l’autrice sente un legame profondo con la sua terra d’origine, un legame che si riflette nella sua scrittura.

Il romanzo infatti affronta il tema dell’identità, della memoria e del rapporto con il passato. Emilia del Valle, alla ricerca delle proprie origini, si confronta con la storia del suo paese e con i segreti della sua famiglia, scoprendo un filo indissolubile con la terra e con le persone che l’hanno abitata.

Per orientarsi fra testo e contesto

Isabel Allende, nata a Lima nel 1942, ha vissuto in Cile fino al 1973, per poi trasferirsi in Venezuela e successivamente negli Stati Uniti. La sua esperienza di “esule” ha profondamente segnato la sua vita e la sua opera, rendendola una testimone privilegiata delle sofferenze e delle speranze di milioni di persone costrette a lasciare la propria casa.

La sua carriera letteraria è iniziata nel 1982 con la pubblicazione de La casa degli spiriti (Feltrinelli), un romanzo che ha riscosso un successo planetario e che ha consacrato Allende come una delle voci più importanti della letteratura contemporanea. Da allora, ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e memorie, tradotti in oltre 35 lingue e venduti in milioni di copie in tutto il mondo.

Allende è nota per il suo stile coinvolgente e appassionato, per la sua capacità di creare personaggi indimenticabili e per la sua sensibilità verso i temi sociali e politici. Il mio nome è Emilia del Valle si inserisce perfettamente in questo solco e regala ai lettori una storia commovente, che suggerisce di non dimenticare le sofferenze dei rifugiati e di difendere i diritti delle donne. Per chi volesse conoscere le opere di altre autrici e autori latinoamericani che, come Allende, hanno saputo raccontare con passione e lucidità le storie del loro continente, suggeriamo la lettura di Mario Vargas Llosa, scomparso ad aprile di quest’anno.